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Un cinema Modernissimo

23 novembre 2023 | cristina
Un cinema Modernissimo

Grazie alla Cineteca di Bologna, riapre nel cuore della città un cinema che unisce passato, presente e futuro.

di Cristina Resa

A Bologna apre il Modernissimo! Anzi, riapre, perché il cinema sotterraneo tra via Rizzoli e Piazza Re Enzo ha una lunga storia: progettato nel 1914 dall’ingegnere e scenografo Gualtiero Pontoni dove un tempo sorgeva il medievale Palazzo Lambertini, inaugurato nel 1915, rimase attivo 90 anni. Dopo quindici anni, è stato riportato oggi agli antichi splendori dalla Cineteca di Bologna, a due passi da Piazza Maggiore, dove in estate si svolge Il Cinema Ritrovato, il festival della Cineteca dedicato ai restauri di film rari. Il progetto per riportare in vita la storica sala cinematografica è il risultato di un accordo stipulato tra il Comune di Bologna, la Fondazione Cineteca di Bologna ed Emmegi Cinema, l’azienda che possiede la struttura.

La riapertura del Modernissimo assume un significato particolare in un’epoca in cui le sale cinematografiche nel centro città stanno scomparendo. Un luogo che unisce passato, presente e futuro, in cui convergono tutte le arti, proprio come nel cinema. In fondo, il Modernissimo ha anche a che fare con i libri, perché rappresenta una nuova casa per moltissime delle attività della Cineteca, che affianca alla ricerca, alla formazione e alla conservazione della cultura cinematografica una ricca produzione editoriale con Edizioni Cineteca di Bologna, marchio che pubblica saggi di cinema e monografie (a questo proposito, qui trovate la nostra intervista Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna).

Il dipinto di Giuliano Geleng ispirato ad Amarcord.

Per festeggiare, la Cineteca ha organizzato dieci giorni di inaugurazione. Fino al 30 novembre il programma accoglierà una varietà di ospiti, tra cui Wes Anderson, protagonista di diversi appuntamenti che si svolgeranno dal 25 al 27 novembre, e Jeff Goldblum. Oltre a loro, saranno presenti personalità del mondo del cinema come Paola Cortellesi, Alice Rohrwacher, Alina Marazzi, Marco Bellocchio, Giuseppe Tornatore, Marco Tullio Giordana, Mario Martone, Giorgio Diritti, che presenteranno film rilevanti nella storia del cinema, seguendo lo spirito che anima la nuova sala, che abbiamo avuto l’occasione di visitare durante la conferenza stampa di inaugurazione e di cui vi mostriamo alcuni scatti.

L’importanza dello sguardo

«Il Modernissimo», dice Gian Luca Farinelli, «sarà una sala come sono stati per secoli i luoghi dello spettacolo, qualcosa di unico, speciale, per riattivare quell’idea, quell’abitudine, ora dimenticata, di uscire di casa, non per andare a vedere un dato film, ma per andare al cinema, per raggiungere un luogo dove godere, con fiducia, di una programmazione altrettanto unica».

In un’epoca caratterizzata da una crescente digitalizzazione e frammentazione delle esperienze culturali, la presenza di uno snodo come il Modernissimo, capace di attirare persone anche da fuori città, assume un’importanza cruciale. Naturalmente, non esiste un modo migliore di un altro per fruire il cinema, in solitudine a casa o in mezzo a una platea, ma le due esperienze sono certamente complementari ed è chiaro che una forma d’arte collettiva abbia bisogno anche di spazi di aggregazione. Da questo punto di vista, il modernissimo non sembra semplicemente una sala cinematografica, ma un crocevia dove le persone possono condividere e vivere insieme l’arte e la cultura.

Proprio il pubblico, in fondo, è al centro del progetto: non a caso, subito dopo la nuova pensilina che porta al foyer, ci accoglie un dipinto di Giuliano Geleng per Amarcord di Fellini. Farinelli lo definisce «un quadro magico, in cui i personaggi di uno dei più grandi film del Novecento, sembrano quasi uscire dal film e guardarci. Così, siamo noi spettatori che diventiamo protagonisti, perché siamo noi che facciamo vivere il cinema. Senza il nostro sguardo, senza quel film che ognuno di noi costruisce, il cinema non esisterebbe. Inoltre, sembra quasi suggerire che noi, con le nostre storie, siamo i protagonisti del cinema che si farà».

L’importanza dello sguardo è centrale nel progetto del Modernissimo. Si tratta di una sala molto curata, bella da vedere, che colpisce la vista. Ogni minimo particolare, dalle decorazioni liberty ai nomi dei registi ricamati su ogni seduta, racconta a sua volta una storia. Per il progetto di riqualificazione è stato coinvolto lo scenografo Giancarlo Basili, tra i più attivi nel panorama italiano, che ha lavorato tra gli altri con Nanni Moretti, Gianni Amelio, Gabriele Salvatores, autore anche dell’immaginario visivo dell’Amica geniale.

Perché uno scenografo e non un architetto? Farinelli risponde: «Perché la struttura architettonica del Modernissimo esisteva già, mentre noi avevamo bisogno di un artista che ci facesse sognare e facesse del Modernissimo il luogo della sorpresa, ci facesse entrare in quest’Atlantide del cinema. Giancarlo Basili ha seguito un doppio binario: da un lato, ha mantenuto le tracce originali rimaste; dall’altro lato, ha immaginato la realizzazione di un sito di straordinaria bellezza che celebrasse il cinema, mantenendo il sapore di cento anni fa».

Un sala dove si sta bene

Basili ha scelto di mantenere le tracce originali rimaste, partendo dalle fotografie del progetto del 1914 messe a disposizione dalla famiglia Vasio, proprietaria del palazzo. «Abbiamo tenuto tutta l’architettura originale» racconta lo scenografo. «Pontoni era un architetto-scenografo, allora mi sono immedesimato. Per me deve sempre prevalere lo sguardo e il racconto. Qui abbiamo cercato di fare proprio questo. Tutto è nato dalla ricerca: siamo riusciti a mantenere l’essenzialità della sua architettura originale, ma tutte le decorazioni sono state reinventate in modo coerente. Sono state ingigantite, perché quelle originali erano molto piccole. Il pubblico, quando entra in un luogo, deve viverlo e trovarsi a suo agio. Io spero che le persone, soprattutto quelle più giovani, dicano: “Andiamo al Modernissimo, perché è una sala molto bella dove si sta bene”».

E il tema dell’avvicinamento del pubblico più giovane al cinema è molto caro alla Cineteca e alle istituzioni coinvolte nel restauro del Modernissimo. Come dice il sindaco di Bologna Matteo Lepore: «Era il cinema dei nostri nonni, di generazioni che guardavano il cinema con speranza e meraviglia. Grazie a questa scenografia, vogliamo ripristinare quello spirito e speriamo che tanti giovani verranno qui e proveranno lo stesso sentimento». E il regista Marco Bellocchio, presidente della Fondazione Cineteca di Bologna aggiunge: «La bellezza del cinema è andarvi quando la sala è gremita, quando si sente il respiro e la partecipazione degli spettatori».

Il respiro del pubblico si sta già sentendo in questi giorni di programmazione straordinaria, che ha ricevuto grande attenzione da parte di un pubblico amante del cinema sempre molto reattivo alle iniziative della Cineteca di Bologna. Non vi resta che dare un’occhiata al programma di questi giorni e andare a vedere con i vostri occhi una delle sale cinematografiche più belle d’Italia, riportata a nuova vita.

Qui il programma completo dei festeggiamenti.