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Battiato prima del cinghiale bianco

17 giugno 2022 | cristina
Battiato prima del cinghiale bianco

Carlo Boccadoro dedica un saggio fondamentale al Battiato sperimentatore. E noi lo intervistiamo su #PDESocialClub

La stagione di #PDESocialClub si avvia a conclusione con gli ultimi appuntamenti. Un buon motivo per sparare le migliori cartucce e lasciare tutti con la voglia di ritrovarsi a settembre per nuovi appuntamenti.

Una tra le migliori cartucce la spareremo sicuramente giovedì prossimo, 23 giugno. Quando, come sempre alle 18.00, Carlo Boccadoro col suo Battiato. Cafè Table Musik, da poco uscito per La nave di Teseo, sarà ospite di #PDESocialClub sulle pagine Facebook di PDE, de La nave di Teseo e di tutte le librerie che vorranno condividere la diretta.

Carlo Boccadoro è un compositore di primario e internazionale rilievo, un direttore d’orchestra chiamato a dirigere nei teatri di mezzo mondo, l’animatore e fondatore di Sentieri Selvaggi, uno dei più longevi, produttivi e amati ensemble di musica contemporanea. Ma è anche un meraviglioso divulgatore, capace di affrontare i più diversi generi e autori, di raccontare tutte le musiche che vale la pena ascoltare. Appartiene infatti, e finalmente, a un mondo musicale in cui gli antichi steccati hanno perso senso, in cui le ovvie, evidenti differenze tra i generi non comportano per forza una scala gerarchica tra gli stessi. 

Se in anni ancora recenti, il senso comune voleva che un brano di classica brutto fosse comunque preferibile a un bel pezzo di jazz o, dio non voglia, rock, Boccadoro spazia invece attraverso le epoche e gli stili, con una forte vocazione per la contemporaneità. E come in un lontano Lunario della musica si permetteva di consigliare un giorno un brano di Ligeti e il giorno dopo uno di James Brown, o, in un assai più vicino saggio, ci regalava un godibilissimo “vite parallele” con protagonisti Bach e Prince, ora ha deciso di cimentarsi con Franco Battiato. Uno dei musicisti che più hanno saputo raccogliere in sé ed esperire con piena naturalezza l’infinita gamma di linguaggi, generi, opportunità offerte dalla musica dell’oggi, passando dal glam rock già un po’ prog e assai elettronico degli esordi alla sperimentazione più aggiornata e insieme eterodossa, dalla canzone d’autore all’opera e alla sinfonia, dall’avanguardismo alla scoperta di scale e sonorità in grande anticipo su ogni World Music a venire.

Cliccate sul banner per il link evento

Battiato. Cafè Table Musik è un omaggio estremamente affettuoso ma indiscutibilmente rigoroso al Maestro siciliano. Niente agiografia qui, niente aneddotica sentimentale, niente “io c’ero” da piccolo autoincensamento di riflesso. Piuttosto, pagine di rigorosa analisi musicale – eppure di quale piacevolezza di scrittura! – che anatomizzano nota per nota, battuta per battuta, scelta per scelta, dischi e brani. E la decisione di misurarsi con le pagine meno note e meno popolari dell’opera di Battiato, quei cinque LP, usciti tra il 1974 e il 1978: Clic, M.elle le “Gladiator”, Franco Battiato, Juke Box e L’Egitto prima delle sabbie, che si incastonano tra Sulle corde di Aries, l’ultimo dei primi dischi, e il mondo nuovo inaugurato da L’era del cinghiale bianco.

Dischi in cui Battiato – accompagnato da sodali come il pianista Antonio Ballista, il violinista Giusto Pio e il vocalist Juri Camiscasca – si immerge nella sperimentazione attraversando i modi più diversi, dal minimalismo di Steve Reich e Terry Riley al collage sonoro figlio di John Cage, da microtonalità degne di Iannis Xenakis all’intensa, glaciale severità che sembra anticipare autori all’epoca ancora sconosciuti come Arvo Pärt o Giya Kancheli. 

Una produzione appartata ma fondamentale, che a suo tempo mise a contatto mondi di per sé lontani come quello della musica contemporanea e del pubblico del rock. Il primo cercò perlopiù di ignorare l’intruso, il secondo manifestò spesso la sua ostilità con fischi e lazzi. Imperturbabile e convinto, Battiato seppe insistere e procedere per il suo cammino, contribuendo in modo non secondario a costruire un nuovo pubblico per una nuova musica. 

Carlo Boccadoro è la miglior guida che potessimo immaginare per addentrarci in questa “traversata del deserto” e ne avremo senz’altro la riprova nel corso della conversazione di giovedì 23 su #PDESocialClub.