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L’oscura scienza di Benjamín Labatut

29 settembre 2023 | feltrinelli
L’oscura scienza di Benjamín Labatut

Con Maniac, edito da Adelphi, Benjamín Labatut torna in libreria e in Italia per raccontare il lato oscuro della scienza attraverso la vita John von Neumann.

di Luca Bonifacio

A distanza di un mese dall’uscita in sala del biopic Oppenheimer, siamo ancora lì a riflettere sul dato umano e sui presupposti etici delle scoperte scientifiche. A renderci però ancora più inquieti è una novità appena giunta in libreria. Stiamo parlando di Maniac, titolo già di per sé ambiguo per un libro di difficile classificazione, ancor più se a firmarlo è nientemeno che Benjamín Labatut per Adelphi Edizioni 

Dopo La pietra della follia e Quando abbiamo smesso di capire il mondo, lo scrittore cileno torna a raccontarci il lato oscuro della scienza dal suo punto di vista: o meglio dal punto di vista di chi l’ha visto nascere. Perché Maniac è la storia a più voci di János detto Jancsi, più conosciuto come John von Neumann: il Wunderkind ungherese capace di risolvere equazioni impossibili in pochi minuti, incapace di allacciarsi le scarpe o di cucinarsi un uovo, l’inventore di tutto ciò che fa parte del nostro mondo e che al tempo stesso ha il potere di distruggerlo. 

John von Neumann morirà solo e delirante l’8 febbraio del 1957, non prima però di aver ideato un calcolatore universale, di aver anticipato un universo digitale governato dall’intelligenza artificiale, di aver posto le equazioni giuste per la bomba atomica. 

Maniac è quindi la storia di anima e cervello di chi ha contribuito a rendere inumana la matematica, là dove il progresso diviene industrializzazione, dove il dato maniacale sembra assumere contorni dionisiaci. 

“L’odissea nera” di von Neumann ci restituisce la descrizione di qualcosa che ha invaso la scienza, di “un demone uscito dalla lampada” senza potervi più fare ritorno, senza poter comprendere il senso teorico e quindi pratico delle proprie scoperte: così come l’aveva capito il fisico Paul Ehrenfest prima di togliersi la vita. In altre parole, siamo al principio del sovvertimento dell’ordine naturale, all’alba di un caos non lontano dai principi dell’arte moderna.  

È la storia di gente come Werner Karl Heisenberg, di Albert Einstein, di Paul Dirac, di Kurt Gödel, di Robert Oppenheimer e di Alan Turing, in un periodo in cui il fascismo insorge e i concetti di spazio e tempo vengono stravolti. Il periodo in cui esplode il paradosso tra l’andare al cuore delle cose (der springende Punkt) e la cecità morale di chi ha giocato per una vita con i principi della logica, della fisica quantistica, della scienza. 

Il prezzo prometeico da pagare per aver dato il terrore in mano agli umani ci conduce direttamente nella crepa di un’apocalisse cognitiva, alla vertigine della genialità che converge – o forse nasce – nella paranoia, in un mondo formato e governato dagli uno e dagli zero.  

Maniac racconta così la storia di una scienza che ha invaso il mondo nella sua assolutezza, o meglio nel suo essere una forma di verità – quindi un’interpretazione – che definisce a oggi le nostre più cocenti paure e che ci fa chiedere a quale capitolo della Storia siamo arrivati: così come se lo chiederà Lee Sedol, il più grande giocatore di Go di tutti i tempi sconfitto da un software. 

Tra storia, scienza, filosofia e letteratura, Labatut ha fuso ancora una volta il tutto in qualcosa che sfugge alle umane classificazioni. Qualcosa che i suoi lettori definiscono già da un po’ con il termine “labatutiano”. E anche questa, del resto, è un’oscura scienza.

maniac 

Il tour

Che cosa vorrà dire quell’aggettivo è a sua volta difficile capirlo. Ma forse la curiosità ce la possiamo togliere andando ad ascoltare direttamente colui che a quell’aggettivo ha dato un nome e un senso. Anche perché Benjamín Labatut verrà in Italia per raccontare questo lato oscuro e maniacale della scienza e il modo in cui è riuscito a farne letteratura pura, in un tour che toccherà ben cinque città e che conferirà all’autore il Premio Malaparte: 

  • Sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre 

Premio Malaparte, Capri 

  • Lunedì 2 ottobre, ore 18.00 

Palazzo Zapata, Napoli 

In dialogo con Elena Stancanelli 

  • Mercoledì 4 ottobre, ore 19.00 

Centrale Montemartini, Roma 

In dialogo con Chiara Valerio 

  • Venerdì 6 ottobre, ore 19.00 

Teatro Piccolo Melato, Milano 

In dialogo con Silvia Bencivelli (per prenotarsi all’evento vi consigliamo di contattare uff.stampa@adelphi.it) 

  • Sabato 7 ottobre, ore 17.00 

Gallerie d’Italia, Torino 

In occasione di Portici di Carta, l’autore dialogherà con Paolo Giordano.

labatut