di Anita Baroni
La casa editrice Elèuthera ha riportato alla luce una gemma: la riedizione di Sotto il Beaubourg, l’esilarante racconto-testimonianza del sociologo Albert Meister, tradotto da Roberto Ambrosoli. Scritto in prima persona sotto lo pseudonimo di Gustave Auffeulpin, uno dei nomi stravaganti che l’autore usava per firmarsi sulla rivista Le Fou parle, questo libro prezioso descrive la realizzazione graduale e imperfetta di una vera e propria utopia. Uscito per la prima volta nel 1976, il racconto descrive con perizia sociologica un esperimento culturale nato in antitesi al Centre Pompidou a Parigi, altrimenti conosciuto come Beaubourg. In occasione dell’inaugurazione del prestigioso Centro emblema della Cultura, Gustave Auffeulpin, inventore della contrazione molecolare tangenziale, usa questa sua prodigiosa invenzione per far apparire sotto di esso una struttura speculare e opposta, scavata nelle profondità della terra: 75 piani di utopia, di autogestione, di rifiuto di qualsiasi regola, gerarchia o etichetta.
«L’abitudine che le regole siano decise da qualcuno che non siamo noi è tale che la libertà ci pesa, ci urta, ci imbarazza, e ci risulta difficile definire in prima persona le nostre regole del gioco. Ma ci arriveremo, oggi ci arriviamo con i musicisti, domani con le nostre assemblee, con il pulire e il mangiare, e con tutto ciò che riguarda la nostra vita; e non accetteremo più altre regole se non quelle provenienti da noi stessi, che saranno il fondamento della nuova cultura.»
Così, a colpi di assemblee caotiche, teorie improbabili e tentativi sgangherati, si instaura una nuova forma di cultura, un nuovo modo di esprimersi, di confrontarsi e di creare i cui unici principi generali e unanimi sono la proprietà pubblica, l’assenza di denaro, l’inesistenza di capi, il potere totale dell’assemblea e l’assenza di qualsiasi tipo di direttiva intellettuale o morale sulle attività e le creazioni del centro. Una comunità composita di “marginali, extra-classe, interstiziali”, persone di qualsiasi età, indole, ceto sociale che riescono in un qualche modo a convivere in armonia.
Non mancano resoconti di episodi esilaranti e strambi: carovane di sei, sette letti matrimoniali montati su ruote che al loro passaggio raccolgono una dozzina di dormienti, la nascita di diversi “chiavatoi”, pareti tappezzate di cartelli stradali ritenuti inutili, il combattutissimo concorso per il miglior “Pasticcio della nonna” e molti altri aneddoti.
«75° piano: tra i motociclisti accadono cose curiose. Tutta la parete dalla parte di Saint-Martin è stata tirata bianca, e con mio grande stupore sopra di essa è stato scritto: DIVIETO D’AFFISSIONE – LEGGE 29 LUGLIO 1881, in lettere assai grandi, all’antica, con filetti e grazie. E sulla stessa parete, a dozzine, forse a centinaia, alcune targhe ben note: VIETATO ENTRARE, VIETATO FUMARE, VIETATO CALPESTARE LE AIUOLE»
Tutto questo brulicante fermento umano viene descritto attraverso lo sguardo di un osservatore attento, nello stile di una testimonianza para-scientifica, che vuole essere completa e imparziale (quando in realtà è assolutamente schierata), arricchita da articoli di giornale. Ma allo stile apparentemente asciutto si contrappone una ricchezza lessicale viva e fresca, ricca di neologismi irriverenti e giochi di parole. Ad esempio, le persone che non fanno parte della comunità vengono nominate in mille modi diversi, quali “i Signori Sistemizzati, i Cronometrati, i Grigi, gli Opachi, i Meti-culosi, i Meccanizzati”. Oltre alla vicenda narrata, infatti, anche gli aspetti linguistici e stilistici sono molto interessanti e ricchi di riferimenti alla realtà francese dell’epoca; tra nomi di vie parigine e la proverbiale propensione al dissenso dell’Oltralpe, il lettore viene immerso in un’atmosfera squisitamente francese e si ritrova a respirare un’aria di libertà e leggerezza al fianco dei personaggi descritti, miasmi ed effluvi compresi.
Insomma, Sotto il Beaubourg è un’opera piena di contestazioni e contraddizioni, che riesce in un’impresa per niente banale, ovvero, attraverso il suo stile dissacrante, prendere in considerazione la complessità delle esperienze autogestionarie; analizza infatti tanti aspetti diversi, partendo da questioni pratiche quali l’organizzazione degli spazi, la gestione del denaro e il rapporto con il mondo esterno, passando per i diversi processi creativi e lo sviluppo di un linguaggio specifico, fino ad arrivare all’alimentazione e alle varie funzioni corporali. Albert Meister, nascondendosi dietro l’illusione del rigore scientifico, finisce per coinvolgere abilmente il lettore e trascinarlo in mezzo “all’andirivieni incessante, gioioso, amichevole, disordinato, crazy” della sua utopia sotterranea.
Sotto il Beaubourg
Albert Meister
ELEUTHERA EDITRICE
VAI AL LIBRO- Genere:
- Listino:
- € 0.00
- Collana:
- Data Uscita:
- 30/08/2024
- Pagine:
- 0
- Lingua:
- EAN:
- 9788833022475