Love me tender

«Non vedo perché l’amore fra una madre e un figlio non dovrebbe essere esattamente come tutti gli altri amori. Perché non si possa smettere di amarsi».

Love me tender di Constance Debré, appena pubblicato da Solferino, è più di un libro autobiografico. È una riflessione ad ampio raggio sulla genitorialità che arriva al cuore del concetto di amore.

Se nel suo primo libro, Play Boy, Debré aveva affrontato la questione dell’identità, in Love me tender punta l’attenzione sulle relazioni con gli altri, concentrandosi in particolare sull’evoluzione del suo rapporto con un figlio che è le stato portato via.

Dopo un matrimonio durato vent’anni, un figlio di otto, Constance si trova a vivere una separazione tumultuosa. La donna, dopo aver fatto coming out con il marito (ormai ex) Laurent, ha detto addio alla sua vecchia vita.

Nata da una famiglia di spicco nella scena politica francese, è stata avvocata penalista per vent’anni. Ora si è lasciata tutto alle spalle. Ha abbandonato la carriera legale per scrivere il suo libro. Cerca incontri fugaci con diverse donne. Si è spogliata di tutte le menzogne della vita borghese e non le interessa più nulla di proprietà, case, luoghi, esseri umani. Constance vuole solo sopravvivere da persona libera.

Paul, suo figlio, rimane l’unico legame con la vita che ha vissuto, il più profondo. Ma Laurent ha difficoltà ad accettare l’omosessualità di Constance. La attacca con accuse infamanti e la trascina in tribunale per toglierle la custodia di Paul. Comincia, così, la lunga catena delle azioni legali, uno stillicidio burocratico che sfinirà Constance con la sua sorda violenza, verso il punto di non ritorno.

Debré affida alle pagine di Love me tender tutto il suo dolore, portandoci con sé nel suo difficile percorso di autodeterminazione, di rivendicazione del diritto di esistere come essere umano, più che come madre. Lo fa con una scrittura cruda e corrosiva, in un libro che è un atto  d’accusa verso le ipocrisie della società borghese.

Love me tender è un libro che farà parlare molto di sé. Ha già vinto Le Prix des Inrockuptibles ed è segnalato da molti giornali francesi nei 100 libri più belli del 2020.