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Il peso delle parole

Pascal Mercier

di Claudia Castoldi

Esce per la collana Le strade di Fazi un libro che è una strada fisica ed esistenziale. Stiamo parlando di Il peso delle parole di Pascal Mercier, noto soprattutto per il suo Treno di notte per Lisbona da cui fu tratto anche un fortunato film nel 2013. L’autore, in questo caso, sceglie un’ambientazione diversa e duplice per il suo romanzo: Trieste e Londra. Una strada a congiungerle, che è il percorso che compie il protagonista Simon Leyland, quando riceve la nefasta notizia della morte dello zio e viene costretto a rientrare nel Paese natale, l’Inghilterra. Un viaggio a ritroso reso necessario da ragioni burocratiche, ma che si rivela fin dalle prime pagine qualcosa di più profondo, come testimoniano le semplici ma significative parole con cui viene accolto all’aeroporto: “Welcome home, sir”. La “casa” è l’Inghilterra, è Londra, ma è anche la casa che gli ha lasciato in eredità lo zio Warren Shawn.

Con un ritmo lento, meditativo e cadenzato Mercier ci porta a scoprire come ogni cosa, anche il più banale oggetto d’arredo, se vista con gli occhi del passato, può essere ricca di significati e memorie. Da qui, l’inizio di un viaggio non più fisico, attraverso il mero spazio, ma a ritroso, nel tempo dell’infanzia, quando la personalità di Simon Leyland stava iniziando a costruirsi. A 11 anni dalla perdita della moglie Livia, per cui ha abbandonato Londra per la poliglotta Trieste, e a 24 dall’abbandono del Paese che gli ha dato i natali, Leyand vi torna per risolvere non tanto della burocrazia, ma i suoi traumi passati: la scomparsa della moglie, lo spavento per la sua malattia ma soprattutto la perdita di una persona distante, che amava stare da sola, ma vicinissima nel momento più delicato della sua formazione, e che ritrova, proustianamente, nelle piccole cose della quotidianità domestica.

Leyand fin dalle prime pagine si definisce attraverso la sua professione: un traduttore, che adatta sempre la forma delle parole al loro modello originario. Il tutto grazie a uno zio che, di fronte al suo interesse per un pacchetto di sigarette scritto in arabo e una carta geografica, gli aveva detto la cosa più preziosa per un bambino: che aveva fiducia in lui, che lo riteneva capace di imparare tutte le lingue del Mediterraneo.

“Avevi cinque o sei anni quando a Oxford, mi hai chiesto se sapevo leggere la parola araba sul mio pacchetto di sigarette: sukun. Quando l’ho letta, il tuo sguardo era quello di un bambino stupito e affascinato che viene sopraffatto da qualcosa di nuovo e di bello. […] Allora ti ho letto un brano dal giornale, e di nuovo ti è venuto quello sguardo. Siamo andati a comprare un dizionario e ti ho spiegato come usarlo”.

Un mentore, insomma, che insegna da vivo a Leyland ad adattare le sue parole, quelle di servizio della traduzione, a quelle altrui; e che da morto, attraverso una lettera lasciata al nipote in una casa strabordante di passato, gli vuole trasmettere qualcosa di ancora più prezioso: l’importanza di trovare le proprie parole, di esprimere il proprio sentire, per iniziare una nuova vita e dare così una risposta alle domande che assillano Simon, e il lettore, sin dalle primissime pagine: che ho fatto del tempo della mia vita? E ancora, che fare di quello che resta?

“E quel me stesso dov’è? Questa è una domanda che in fondo tutti si pongono, ma per il traduttore si pone con una particolare urgenza perché mentre presta all’autore la propria lingua […] vive nell’illusione di parlare con la propria voce e alla fine, quando la traduzione è completata, si chiede angosciato: e adesso che fare con le parole?”

Un romanzo che prende a pretesto un viaggio materiale, per descriverne uno più profondo che si dispiega nel passato e interiormente, e che è l’occasione per il protagonista, un linguista che ha fatto del suo mestiere una ragion dell’essere, per imparare a mettere i suoi sentimenti al centro e, con essi, la ricerca delle parole più adatte per esprimerli.

Perché le parole hanno un peso, spesso salvifico. Come salvifici possono essere tanti rapporti, sfilacciati dal tempo e dalla distanza, ma che impregnano oggetti e luoghi condivisi, senza lasciare scampo alla memoria che, seppur frammentariamente, inizia a ricostruirli e a riconoscere loro il giusto peso in ciò che siamo diventati da grandi.

Il peso delle parole

Pascal Mercier
FAZI EDITORE
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Genere:
Listino:
€ 20.00
Collana:
Data Uscita:
23/09/2022
Pagine:
0
Lingua:
EAN:
9788893258067