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La canzone nera

Wislawa Szymborska

di Giusy Nicosia

In un periodo storico così difficile e in un mondo sempre più complesso abbiamo bisogno di gesti semplici, di parole chiare e sincere, di pensieri che ci aiutino a prendere la strada giusta e, soprattutto, a non farci commettere più gli stessi errori. Le poesie possono essere i migliori passepartout per aprire le porte di stanze che magari credevamo essere inaccessibili o, addirittura, inesistenti.

I poeti questo lo sanno. Il loro grande dono è sempre stato la capacità di saper osservare la realtà con occhi diversi da tutti gli altri. C’è chi poi, tra loro, è riuscito anche a descriverla in un modo davvero unico, e con una tale potenza evocativa, da rendere la normalità e la quotidianità il vero miracolo, mostrandole al mondo come esperienze fuori dall’ordinario, di cui non possiamo fare a meno di prendere coscienza, soprattutto quando esse hanno il potere di stravolgere ogni cosa: «Tre pareti dissolte nel vuoto: / larghezza altezza lunghezza. / La quarta era rimasta nuda / come il tempo. / Peso e misura//». È quello che si legge nei primi versi della poesia “Dimensioni”, ed è tutto quello che resta a un ragazzino, oltre al ricordo dell’esplosione, di una casa devastata dalla guerra. I versi sono di Wisława Szymborska. Il libro Canzone nera, da poco pubblicato da Adelphi, la cui edizione è con testo a fronte, è una raccolta dei testi giovanili della poetessa polacca, scritti tra il 1944 e il 1948.

L’opera, uscita postuma in Polonia nel 2014, è tradotta da Linda Del Sarto ed è curata da Andrea Ceccherelli con il suo documentato saggio “Il lungo cammino della giovane Szymborska verso il Nobel”: «Canzone nera – afferma Ceccherelli – rappresenta la prima fase della produzione giovanile: pur non coincidendo forse esattamente con la “raccolta non pubblicata”, la cui struttura definitiva d’altronde non fu mai stabilita dall’autrice, essa comprende ben trentanove componimenti (se fosse uscita, sarebbe stata la più ampia fra le sue raccolte) scritti fra il 1944 e il 1948 da una Szymborska poco più che ventenne, che muoveva allora i primi, timidi passi nell’ambiente letterario di Cracovia segnato da un duplice marchio: la tradizione dell’avanguardia di retaggio costruttivista, particolarmente forte in quella città, e il fermento ideale dei giovani scrittori progressisti». Il secondo conflitto mondiale fa da sfondo alla maggior parte di questi componimenti. Una raccolta che, fatte salve poche poesie scelte, Wisława successivamente condannerà all’oblio, interdicendo la pubblicazione o la ripubblicazione di testi in cui non si riconosceva più.

Wisława è alla ricerca del suo stile e continua a evolvere fino ad arrivare alla fase matura della sua produzione poetica, che ha inizio nel 1955 e che la porterà, nel 1996, a vincere il Nobel per la letteratura.

La sua voce si arricchisce di nuove visioni, senza perdere lo stupore e il vigore degli anni giovanili, quelli in cui aveva conosciuto l’amarezza delle lacrime, che definiva “furto del respiro”; quelli in cui sapeva che le mani, anche se stremate dalla guerra, sarebbero state presto chiamate a “reggere il peso” di un mondo ormai “così difficile da lasciarsi descrivere con un sorriso”, ma che avrebbe sicuramente rivissuto “senza spettri di guerra”.

La sua nuova voce si colora di una leggera ironia, mostrando la normalità da prospettive differenti e, per molti, insolite. La sua poesia riesce, così, a trovare la strada per affrancarsi da ogni ideologia politica, dal caso e da tutto ciò che un tempo avrebbe potuto farla sentire inadeguata, per innalzarsi libera, e con totale naturalezza e giocosità, verso il suo destino, in un cielo limpido, dove finalmente è possibile vedere le stelle: «Io non esisto per me stessa. / Sono funzione dell’elemento. / Potrei essere un segno nell’aria, potrei essere un cerchio sull’acqua».

Canzone nera

Wislawa Szymborska
ADELPHI EDIZIONI
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Genere:
Listino:
€ 14.00
Collana:
Data Uscita:
13/09/2022
Pagine:
0
Lingua:
EAN:
9788845937149