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Gelo

Thomas Bernhard

copertina

di Luca Bonifacio

Weng è un paese dimenticato da Dio nella Bassa Baviera. Più precisamente un posto popolato da “ombre umane in un’epoca quasi preumana”, il cui unico divertimento consiste nell’ubriacarsi, coricarsi in letti altrui, pregare. In questo “pugno in faccia in ogni istante” dove “la bruttezza è molto più incisiva di qualsiasi forma di bellezza”, un pittore di nome Strauch si è rintanato dalla vita dopo aver dato fuoco a tutti i suoi quadri. Ma per quale ragione? Un giovane tirocinante in medicina è incaricato in tutta segretezza di scoprirlo e di seguire il pittore per studiarne vita, natura, comportamenti, emozioni, giudizi. Di scoprire cioè la componente extraumana – forse l’anima? – di un “pensatore disturbato”. 

Si apre così il sipario sul teatro dell’assurdo in cui si svolge il romanzo Gelo di Thomas Bernhard. O meglio il suo primo romanzo, edito ora da Adelphi Edizioni, dopo che nel catalogo sono comparse voci quali La fornace, Ungenach, Il soccombente, Goethe muore, Estinzione, Antichi maestri, giusto per citarne alcuni. 

Tra scuoiatori-becchini, locandiere depravate e distillatori di grappa che si esprimono a monosillabi, ventisette sono precisamente i giorni in cui il praticante passa ad “analizzare” questo strano paziente, ad ascoltare quello che diventa un monologo fondato su raggelanti e assurdi principî nichilisti secondo cui l’umanità non si interesserebbe più alla struttura delle cose, alle sue sfumature: il mondo, insomma, non sarebbe nient’altro che “volontà e ornamentazione”, verrebbe da dire parafrasando il pittore e altri che la sapevano lunga di pessimismo. 

Così come il praticante chirurgo, non ci aspetteremmo nulla di diverso da uno che cammina aiutato dal bastone dandosi al contempo colpi con lo stesso, “assieme mandriano e bestia”. Eppure, giorno dopo giorno, il ragionamento del pittore provoca un perturbante e ipnotico senso di disorientamento agli occhi del nostro tirocinante in medicina, soprattutto davanti all’empirica e scrupolosa analisi scientifica che l’ha formato.  

Fra descrizioni esilaranti e altre che potremmo definire come il loro esatto opposto, siamo in pratica dentro a una sorta di trattato atmosferologico fatto romanzo, a una pura estetica di spazi emozionali sotto forma di diario di viaggio in cui tutto – anche il sole che sorge o il ghiaccio che si rompe sotto i piedi – diventa improvvisamente losco e sospetto. Soprattutto se firmato nel 1963 da un giovane autore austriaco esordiente che portava il nome di Thomas Bernhard.

Gelo

Thomas Bernhard
ADELPHI EDIZIONI
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Genere:
Listino:
€ 0.00
Collana:
Data Uscita:
30/01/2024
Pagine:
0
Lingua:
EAN:
9788845938009