Buio dentro. L’età leggendaria del writing underground a Milano 1987-1998

Nessun compromesso. Corrado Piazza lo scrive a chiare lettere nell’introduzione di Buio dentro. L’età leggendaria del writing underground a Milano 1987-1998. L’intento del volume non è quello di ripercorrere la storia del writing milanese o parlare della street art in voga in questi anni, ma di concentrarsi su un aspetto preciso.

Mostrarne, senza, appunto, compromessi, la faccia più «ruvida, sottovalutata e indigesta»: il bombing, ovvero la pratica del graffitismo in contesti esclusivamente illegali, durante un’epoca divenuta leggendaria nell’hip-hop italiano. Questo, scrive Piazza, è il vero underground italiano, anzi milanese.

Si tratta di un territorio inesplorato, affrontato esclusivamente in questo volume unico nel suo genere. Pubblicato un paio di anni fa da Shake Edizioni e andato subito esaurito, torna oggi in libreria in una nuova edizione accresciuta.

Le pagine di Buio dentro racchiudono, naturalmente, un piccolo mondo. Un microcosmo di esperienze personali e condivise, motivazioni e obiettivi, speranze e sogni, senso di apparenza. Avventure spesso rocambolesche, a volte pericolose, a volte persino comiche.

Questa storia è raccontata attraverso le voci dei protagonisti. Piazza, che segue la scena dell’aerosol writing fin dai primi anni ’90, ha raccolto decine di fotografie e interviste, dando voce ai grandi nomi della scena underground milanese, come ai meno noti, nessuno escluso.

Oggi quei protagonisti sono cresciuti, hanno vite diverse. Tuttavia, come racconta Piazza, nessuno di loro rinnega quell’esperienza. Anzi, viene rivendicata con orgoglio, come momento fondamentale nella formazione personale e artistica di ogni persona coinvolta.

Proprio per questo, Buio dentro ha una doppia anima. Per la sua eccezionale cura documentaria, rappresenta un importante testo di sociologia dei comportamenti urbani e giovanili, in cui trovano spazio anche riflessioni su musica e arte. Allo stesso tempo, tuttavia, si tratta di un libro dal forte carattere sentimentale.

Con il suo stile asciutto e il ritmo incalzate, Corrado Piazza ci regala un sincero spaccato di vita della metropoli, portandoci con sé in quei tunnel nella metropolitana degli anni ’90. Anche la struttura del volume di Shake, con la sua impostazione grafica dinamica e “anarchica”, si adatta perfettamente alla rappresentazione della sensazione di libertà assoluta vissuta da questi giovani.

«Le cose che ricordo di più sono il calore che si sentiva lì sotto, un silenzio incredibile e l’adrenalina che pompa… sei solo in una fermata della metro e stai andando in tunnel, ma il fatto di essere all’interno di uno spazio in cui non ci dovrebbe essere nessuno e ne sei padrone è una sensazione incredibile che ti ripaga di tutto. All’inizio, il momento in cui schiacci il tappino e vedi il getto di pittura che esce… fino a lì va tutto al rallentatore, da lì in avanti accelera» si legge nelle densissime pagine di Buio dentro.