Scanderbeg. Una biografia ritrovata

Questa biografia di Giorgio Castriota Scanderbeg, appena pubblicata da Besa, fu scritta a Venezia da Giancarlo Saraceni, nel clima successivo al grande scontro di Lepanto, e pubblicata sempre a Venezia nel 1600.

Scanderbeg, principe d’Epiro, fu tra le figure più rappresentative del XV secolo: eroe nazionale, unì i principati d’Albania, bloccando per decenni l’avanzata dell’Impero ottomano verso l’Europa.

Ritrovata in una galleria dei fatti d’arme più famosi, questa chiara e agile biografia di Scanderbeg si concentra sulle tecniche militari che valsero al condottiero la vittoria su eserciti di gran lunga superiori per numero.

La curatrice, Lucia Nadin, professoressa e ricercatrice veneziana, ha trascorso molti anni in Albania. È stata docente di letteratura italiana all’Università statale di Tirana, si è occupata di emigrazione albanese nelle terre della Repubblica di Venezia a partire dal XV secolo e ha pubblicato diversi saggi, tra cui uno studio dal titolo La  figura di Scanderbeg nella tradizione artistica e culturale di Venezia, pubblicato nel 2018.

Questa biografia di Scanderbeg si tiene lontana da impostazioni ideologiche e presenta un taglio estremamente narrativo, permettendo anche alle persone non esperte di entrare in una disciplina di solito ostica.

Saraceni, infatti, accosta la figura di Scanderbeg a quella di tre personaggi della grande tradizione mitologica, epica e cavalleresca: Ercole, Achille, Orlando. Una divinità, un eroe e paladino. Influenze anche iconografiche che sono necessariamente confluite nelle rielaborazioni artistiche legate alla figura del Castriota.

Scanderbeg. Una biografia ritrovata si rivela dunque un testo estremamente concreto nel contenuto, che a livello narrativo riesce a vestire il fatto storico di un alone mitico, epico e fiabesco. Soprattutto, rappresenta una testimonianza preziosa di quanto l’Albania sia stata presente nella storia culturale e artistica della Serenissima.