Indietro

Anders: la filosofia in dialogo con il presente

17 Giugno 2025
Anders: la filosofia in dialogo con il presente

Una collana di Solferino Libri dedicata alla filosofia: ce ne parla Martina Tonfoni, editor e curatrice.

Anders è una nuova collana di Solferino Libri dedicata alla filosofia e ai saperi che da sempre intrecciano il suo cammino, con una forte impronta teorica ma con uno sguardo attento ai problemi del presente. Il suo nome rende omaggio a Günther Anders, filosofo tedesco del Novecento, un pensatore eclettico e fuori dagli schemi, proprio come vuole essere questa collana. Attraverso un approccio interdisciplinare che attraversa filosofia, scienza, diritto, psicologia e molto altro, la collana Anders vuole costruire un dialogo tra passato e futuro, tra teoria e attualità. Ce la racconta Martina Tomasoni, editor e curatrice del progetto.

Anders si propone di restituire alla filosofia un ruolo centrale nella comprensione del presente. Qual è stata la spinta iniziale dietro questa collana e quale contributo intende offrire nel panorama editoriale attuale?

La spinta iniziale è stata molto semplice: la volontà di dare una casa riconoscibile e coerente ai libri di filosofia già presenti nel nostro catalogo. Adesso questi testi trovano un spazio dedicato in cui dialogare fra di loro. In questo senso, Anders nasce anche per rendere omaggio allo spirito più profondo della filosofia, ovvero il suo interrogarsi costante sul reale. Un reale che oggi è complesso, frammentato, spesso catastrofico, ma che proprio per questo richiede strumenti teorici per essere affrontato. La filosofia, in fondo, nasce dallo stupore, come dicevano i greci. E quella meraviglia è inesauribile. Passano i decenni e i millenni, ma la vocazione a interrogarsi della filosofia non viene mai meno. Da questo punto di vista, inesauribili possono anche essere i progetti editoriali dedicati alla filosofia e al pensiero critico. Per questo penso che vadano sempre salutati con entusiasmo e un pizzico di orgoglio.

Il nome della collana è un omaggio a Günther Anders. In che modo il suo spirito ispira la scelta dei testi?

La scelta del nome nasce prima di tutto da una suggestione linguistica: Anders è una parola tedesca semplice da pronunciare, che significa “altro”, “diverso”, “altrove”. Tutti concetti che vogliamo arrivino attraverso la nostra proposta editoriale. Günther Anders è stato un grande interprete del suo tempo. Non ha mai smesso di guardare al Novecento con un occhio incredibilmente critico e con una lucidità profondamente razionale. Un filosofo che non aderiva a scuole di pensiero predefinite, fuori dagli schemi. Personalmente, provo nei suoi confronti una grande ammirazione e anche una certa tenerezza. È stato il primo marito di Hannah Arendt, una biografia ingombrante spesso ricordata prima del suo lavoro, ma è stato molto di più. Un autore forse ancora sottovalutato in Italia, che spero possa risuonare come ispirazione profonda per la collana.

Il progetto ha un’anima fortemente interdisciplinare, aprendosi a dialoghi con scienze, psicologia, antropologia e diritto. Quali sono le opportunità di un approccio così aperto?

Si tratta di tornare semplicemente a quella che è la natura primaria della filosofia. La filosofia non è mai una cosa isolata, così come non lo è la realtà. Pensiamo a tutte le varie declinazioni che nel tempo la filosofia ha assunto: filosofia morale, estetica, filosofia della politica, epistemologia e così via. È parte costitutiva della sua essenza il mettersi in dialogo con le molteplici discipline che, nel corso dei secoli, sono nate anche grazie alla sua spinta originaria. Ed è anche necessario che la filosofia continui a dialogare, a mettersi in discussione, persino a entrare in polemica con le altre forme del sapere, raccogliendone le istanze più critiche. Affrontare questioni che riguardano la psicologia, l’antropologia – per citare due ambiti che da sempre intersecano l’indagine filosofica – ma anche di neuroscienze è una necessità per chiunque voglia occuparsi seriamente di pensiero e per chiunque desideri dare voce ai grandi interrogativi che la filosofia continua a porre al nostro tempo.

Due tra i titoli più recenti della collana affrontano tematiche di grande attualità: Elogio della condizione ibrida di Emanuele Coco, sulla ricchezza dell’incontro tra differenze e Le metamorfosi degli imperi di Pier Paolo Portinaro, sui conflitti e il futuro del diritto internazionale, tra poco in libreria. Cosa raccontano della direzione che Anders intende prendere?

Sono molto contenta che Pier Paolo Portinaro abbia accettato il nostro invito a scrivere un libro, perché è un’autorità assoluta nel campo della filosofia politica, con un’esperienza accademica ed editoriale enorme. Ci ha proposto questo testo che parla delle guerre contemporanee, ma anche della nascita di nuovi imperi economici e tecnologici e del modo in cui tutto questo di fatto mette in scacco il diritto internazionale. Lo fa con uno sguardo lucido, tecnico, ma anche profondamente necessario. È un testo impegnativo, ma urgente.

Dall’altra parte, Elogio della condizione ibrida di Emanuele Coco è un libro di grande apertura e leggerezza, pur restando rigoroso. Coco è un biologo prestato alla filosofia, ha una formazione scientifica a partire dalla quale è stato in grado di scrivere un libro che crea un vero contrappunto fra varie discipline tra scienze, psicanalisi, letteratura. Il suo testo ci fa capire quanto siamo naturalmente orientati verso la differenza, la disomogeneità, l’ibridismo. Questi due libri, pubblicati a poca distanza l’uno dall’altro, testimoniano la varietà e spero, la ricchezza, delle pubblicazioni di Anders.

Potete ascoltare la nostra intervista in formato audio nella trentesima puntata del nostro podcast INDIE-Libri per lettori indipendenti.