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Il passato non passa. Semmai si aggiorna

7 marzo 2024 | cristina
Il passato non passa. Semmai si aggiorna

Luciano Canfora scala le classifiche con Il fascismo non è mai morto e noi lo intervistiamo su #PDESocialClub.

Giovedì 14 marzo alle 18.00, ospite di #PDESocialClub sarà Luciano Canfora, con il suo Il fascismo non è mai morto, edito da Dedalo e da settimane ai vertici delle classifiche dei libri più venduti. Un centinaio scarso di pagine, una consuetudine a maneggiare e attraversare testi e documenti da gran storico e filologo qual è il professor Canfora e una vis polemica controllata ma inesorabile. Le dimensioni e la miscela ideale per fare di questo libro – saggio? pamphlet? – la guida perfetta a questi tempi inquieti e perigliosi, e perciò premiato dai lettori anche in termini di vendite.
Qualcuno era convinto che la storia è una freccia avviata su un percorso rettilineo che non conosce ripensamenti e ritorni? Che pace e benessere, una volta raggiunti, siano conquiste intoccabili e indiscutibili? Qualcuno pensa al fascismo come a un unicum nella storia, un capitolo aperto e chiuso nel corso di un ventennio, quel ventennio?

Chiunque nutra queste convinzioni si sta scontrando con una serie di sonore smentite. Non bastasse la consapevolezza che nel “resto del mondo”, di gran lunga la parte maggioritaria, pace, democrazia e benessere non sono mai stati una certezza; non fossero bastate, nel cuore dell’Europa le orrende guerre fratricide seguite alla fine della Jugoslavia, oggi assistiamo increduli al rinascere dei nazionalismi, al montare di un razzismo sempre più aggressivo, all’esplodere di guerre di conquista, al ritorno di ideologie che alla base conservano quel mix di reazionarismo, suprematismo, culto della violenza che sono stati gli ingredienti base del fascismo storico e delle sue declinazioni in giro per il mondo, dall’Europa all’America Latina e agli stessi Stati Uniti.

Canfora discute il concetto di fascismo come categoria metastorica, rifiutando la sua espansione a sinonimo di “totalitarismo” o “tirannia”, troppo generalizzante e per questo svuotata di valore. Il fascismo è qualcosa di preciso, con una origine, una storia e caratteristiche peculiari, a partire dal razzismo e da una concezione di nazione come “comunità naturale”. A quel fascismo, precisamente collocabile nella storia si sono rifatti poi tutti i movimenti a seguire, dagli “allievi” nazisti, falangisti, salazaristi a tutti i neofascismi a seguire.

Ma cosa resta di quella storia? E perché dobbiamo preoccuparci che quella storia possa riproporsi, aggiornata, ammodernata in stile, metodi e mezzi, nella nostra vita politica e sociale? Quanto “fascismo” c’è in esperienze vincenti come quella ungherese e quale eredità porta sulle sue spalle chi adesso governa in Italia? Perché proprio in Germania, al momento dell’agognata riunificazione, sono riemersi con forza movimenti esplicitamente neonazisti?
E la sinistra? Dove è finita la sinistra? Con che voce parla la sinistra? Perché risulta così drammaticamente afona di fronte alle crescenti disuguaglianze, incerta e timorosa, mentre le grandi forze della semplificazione vincono a colpi di paura e di slogan?

Poche le pagine che Luciano Canfora ci affida, ma enormi le domande cui cerca risposta e drammatiche le questioni che solleva. Ne parleremo con lui giovedì, sulle pagine Facebook, Instagram e LinkedIn di PDE, di Dedalo e delle librerie indipendenti che decideranno di condividere la nostra conversazione, nonché su tutti i nostri social.