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HarperCollins Italia: una casa editrice indipendente e internazionale

12 febbraio 2024 | cristina
HarperCollins Italia: una casa editrice indipendente e internazionale

Abbiamo intervistato Laura Donnini, amministratrice delegata e publisher di HarperCollins.

di Cristina Resa

HarperCollins Italia è la filiale italiana di una grande sigla internazionale, il secondo editore al mondo. Pubblica grandi autrici e autori da diversi paesi, ma anche bestseller nazionali, narrativa, saggistica, letteratura di genere, letteratura per l’infanzia e un’importante produzione di varia. A dirigerla c’è un gruppo coeso con una lunga esperienza nei maggiori gruppi editoriali italiani, con la consapevolezza di avere dietro di sé una sigla presente da duecento anni su tutti i mercati librari del mondo, con centoventi brand e diciassette lingue. Quest’anno HarperCollins Italia arriva in PDE con il suo catalogo ricco ed eterogeneo. Ne parliamo proprio con Laura Donnini, amministratrice delegata e publisher dal 2017.

Laura Donnini, cosa vuol dire avviare e condurre un’impresa del tutto nuova, ma con un retroterra così importante e imponente?

La sfida di costruire una casa editrice ex novo, avendo alle spalle uno dei più grandi gruppi del mondo, con una presenza su tanti ambiti, dalla narrativa alla saggistica, alla letteratura per ragazzi, è stata una sfida che alla mia età, dopo l’esperienza fatta nei più grandi gruppi, è stata motivata dal costruire qualcosa che non c’era e che spero durerà nel tempo. Ho chiamato con me i migliori professionisti che avevo avuto l’occasione e l’onore di conoscere nelle mie esperienze passate e tutti hanno accolto questa sfida con spirito imprenditoriale e con la voglia di dare un contributo. Da qui siamo partiti.

Chi siamo? Siamo un editore indipendente, quindi piccolo. Abbiamo costruito un catalogo di novità di non più di circa 100 titoli all’anno, ma in pochi anni siamo riusciti a posizionarci tra i primi trenta marchi editoriali del mercato italiano. Secondo Nielsen, nel 2023 abbiamo chiuso con un fatturato di 12 milioni, entrando nelle classifiche con autori importanti. Non ultimo, ma direi il primo, Aldo Cazzullo. Abbiamo deciso di sperimentare, beneficiando sì di autori che ci vengono dalla casa madre, ma soprattutto costruendo il nostro portafoglio con acquisizioni locali. Si tratta di un catalogo prevalentemente di narrativa, sia italiana che straniera, ma anche con qualche punta di saggistica, che sono poi gli autori più importanti in quel comparto: cito solo Aldo Cazzullo e Alberto Angela. Abbiamo anche una piccola produzione nell’ambito dell’editoria per l’infanzia, con grandi nomi come David Walliams, che è il più importante autore di libri per bambini e ragazzi in Inghilterra, forse in assoluto il principale autore di HarperCollins a livello internazionale, che noi pubblichiamo con le sue novità, ma anche con il suo catalogo.

 

Cosa ci contraddistingue? Non siamo un editore elitario, ma ci rivolgiamo direttamente alle persone, senza voler insegnare alcuna verità, con un’estrazione più orientata all’intrattenimento e alla divulgazione. Una delle nostre caratteristiche principali è lo storytelling, quindi chi legge i nostri libri, si identifica, impara, trae ispirazione. Siamo velocissimi e mettiamo l’autore al centro, fornendogli un vero e proprio trattamento su misura, con un approccio di tipo sartoriale. Tutte le anime della casa editrice, a partire dall’editoriale e a seguire l’ufficio stampa, il marketing, le vendite, sono al servizio dell’autore. Questa è la ragione per cui molti grandi autori hanno deciso di lasciare i loro editori storici per venire da noi, con grande fiducia e anche un po’ di paura. Dovevamo dimostrare non solo di confermare i risultati fatti precedentemente, ma addirittura di superarli. E questo è successo. Quindi una grande capacità di attrazione è data proprio da questo nostro approccio.

Siamo aperti alle tendenze, siamo sicuramente molto curiosi. Abbiamo un privilegio: stare dentro un grande gruppo ci porta ad avere consapevolezza delle tendenze e dei fenomeni mondiali, prima probabilmente di altri editori. Siamo avvantaggiati rispetto all’utilizzo di strumenti o di tecniche nel campo del marketing. Per esempio, siamo particolarmente avanti sul fronte digitale, grazie a una grande esperienza, ma soprattutto alla possibilità di condividere con i colleghi europei e americani best practice relative a piani di lancio, strategie editoriali e tecniche di promozione social.

Dunque, quando un autore internazionale decide di entrare nel gruppo, trova un publishing coordinato, un gruppo di paesi che parlano la stessa lingua. Noi siamo stati tra i pochi a proporre autori italiani nel resto del mondo: l’abbiamo fatto con Cleopatra di Alberto Angela, che è stato pubblicato in tutto il mondo. Lo abbiamo fatto con i libri di Marco Bianchi, con Lia Levi che ha vinto il più grande premio americano delle biblioteche. Lo facciamo con Quando eravamo i padroni del mondo di Aldo Cazzullo, che uscirà in Spagna, Francia, Germania, Brasile, America, Inghilterra.

Questo ci ha anche permesso di diventare l’editore scelto di Papa Francesco e lo diciamo con grande orgoglio. Ci sono tanti libri firmati da Bergoglio che però riprendono encicliche, discorsi o sono scritti su argomenti da lui trattati. Noi saremo l’editore che in contemporanea mondiale, a guida italiana, lancerà la sua storia, raccontata dalla sua voce. Una storia che attraversa un secolo, dalla nascita fino ai giorni d’oggi, raccontando la sua vita insieme ai fatti principali che hanno caratterizzato la Storia. Se non fossimo stati un editore da un lato internazionale e dall’altro indipendente, veloce e capace di seguirlo molto rapidamente, non avremmo avuto questo privilegio.

Dunque, l’autore al centro: la sensazione è che ci sia veramente una grande attenzione per le figure autoriali, con una politica di uniform edition per alcuni autori principali che sembrano quasi delle mini collane dedicate. Quindi vince la firma sulla sigla?

La nostra filosofia di publishing è quella di valorizzare ogni singolo autore. Chiaramente come editore nuovo, abbiamo l’esigenza di farci riconoscere. Sappiamo che in Italia, salvo rare eccezioni di case editrici letterarie, è l’autore che vince sul marchio editoriale. La nostra strategia è stata di valorizzare e scegliere autori in grado di costruire un catalogo permanente. Gli autori più letterari sono pubblicati all’interno di un contenitore – non una collana, noi non abbiamo collane – con tratti molto riconoscibili, ognuno con una distinta immagine. Don Winslow ne è un esempio. All’interno di questo contenitore abbiamo firme importantissime come Margherita Oggero, Serena Dandini, Matteo Nucci, Enrico Brizzi, Antonella Lattanzi, Barbara Alberti, Barbara Trapido, che è la scoperta di un’autrice importante che però non era mai stata pubblicata in Italia. Quindi l’obiettivo è di dare visibilità all’autore, ma anche di nutrire un marchio.

Poi pubblichiamo delle uniform edition per Wilbur Smith, Daniel Silva, Karin Slaughter, Marion Zimmer Bradley, Andrea G. Pinketts: ognuno di questi nomi ha una propria immagine. Ogni autore fa storia a sé, cerchiamo di costruire una riconoscibilità. Sabina Guzzanti non rientrava nella collana letteraria, quindi abbiamo cercato di darle una veste grafica personale. Il nostro obiettivo è quello di costruire un catalogo, ma cerchiamo anche di cogliere delle opportunità momentanee, con alcuni titoli di varia che seguono i trend del momento, che possono comunque dare grandi soddisfazioni. Quindi abbiamo seguito dei filoni che sono molto coerenti, legati al benessere, nel senso olistico del termine, spirituale o psicologico. In questo filone possono inserirsi anche i libri sulla cucina. E abbiamo pubblicato una serie di titoli che trattano il tema dell’empowerment femminile. Abbiamo cominciato con We – Un manifesto per tutte le donne del mondo di Gillian Anderson e Jennifer Nadel, che contiene questo richiamo al miglioramento di sé e del mondo. Pubblichiamo anche libri che trattano temi di filosofia: difatti, abbiamo scoperto Maura Gancitano e Andrea Colamedici, fondatori di Tlon, che hanno fatto dei libri meravigliosi sulla filosofia e parlano a un pubblico giovane, toccando temi rilevanti per la contemporaneità. Da poco abbiamo pubblicato un testo di Andrea Pinna che tratta del disagio psicologico. Questa è la direzione. L’obiettivo è mantenere la freschezza delle novità, mentre costruiamo un catalogo.

Nuove aree tematiche, nuovi generi, anche nuove declinazioni di generi storici che si sono spesso affermati su altri canali come quelli social. HarperCollins appare molto attiva in questa direzione, usando anche la rete per comunicare verso l’esterno, dialogare e raccogliere nuovi stimoli, nuovi temi, autrici e autori. Quindi come funziona questo aspetto?

L’appartenenza a un gruppo che ha fatto del marketing digitale una propria area di forza, con grandi investimenti per cogliere le opportunità dei nuovi media, ci ha dato l’opportunità di capire come da un lato fare scouting di generi, di tendenze e persone, dall’altro di sfruttare al meglio i social. Quindi i social media per noi sono uno degli strumenti con cui andiamo ad amplificare il valore dell’autore. Abbiamo una strategia di marketing e di comunicazione evoluta, che si basa fondamentalmente sulla presenza nelle librerie, ma che tiene conto del fatto che oggi ci si informa sui social. Questa è una tendenza spiccata, lo sappiamo, per le giovanissime, giovani e medie generazioni, ma anche le persone meno giovani stanno molto su Facebook. Quindi, così come sono importanti la televisione, la radio e i giornali, nella stessa misura lo sono i social. Ora, sappiamo tutti che gli editori non possono controllare i social, possono solo valorizzarli e arrivare a chi, in qualche modo, ha la capacità di incoraggiare determinati stimoli. Quindi è l’autore che deve parlare al proprio pubblico, noi da questo punto di vista agiamo come facilitatori. In generale, è sempre importante essere dove oggi avvengono le conversazioni.

E in tutto questo qual è il ruolo assegnato alla libreria?

La libreria è condizione indispensabile perché un editore possa esistere. I librai per noi non sono dei venditori, sono dei consulenti per i lettori, gli unici che possono veramente dare dei consigli. Per noi il ruolo delle librerie è fondamentale. Questo rende fondamentalefar capire ai librai che cos’è HarperCollins, in un mercato italiano che vede migliaia e migliaia di novità e un grandissimo numero di editori. E il libraio ha un compito molto difficile: deve essere capace di capire velocemente la proposta e presentarla ai propri specifici lettori. Ognuno ha la propria realtà e la forza del libraio è quella di conoscere chi frequenta la libreria. Per noi la presenza in libreria deve poter essere costante, da qui l’importanza del catalogo. Siamo un editore giovane, che deve affermarsi con la propria produzione, acquisire una quota di mercato, convincere il libraio che i libri sono meritevoli di permanenza nella sua libreria e avere visibilità. Dobbiamo costruire la nostra reputazione e far sì che insieme si possa fare un percorso.

Trovate l’audio dell’intervista nel ventiduesimo episodio del nostro podcast INDIE – Libri per lettori indipendenti.