Indietro

La signora Bauhaus

Jana Revedin

A volte capita di imbattersi in qualche personaggio storico straordinario, eppure ingiustamente dimenticato. A Jana Revedin, docente di architettura e urbanistica a Parigi e Lione, è capitato mentre approfondiva con i suoi studenti la concezione di casa di Bruno Taut, architetto riformista tedesco, attraverso la lettura del testo La nuova abitazione. La donna come creatrice.

Ad attirare la sua attenzione fu Ise Frank, moglie di Walter Gropius, uno dei fondatori della scuola Bauhaus. La donna aveva allestito la propria casa a Dessau secondo i principi di razionalità e semplicità di Taut. Chi era, dunque, Ise Frank, all’epoca conosciuta come La signora Bauhaus?

Jana Revedin è partita da qui per ricostruirne la vita. Ha iniziato dallo studio dei testi e delle fonti scritte, per poi lanciarsi alla ricerca di testimoni ancora in vita. Ha scelto, tuttavia, di non scrivere un saggio, perché solo un romanzo avrebbe potuto restituire la vitalità, il talento e lo zelo di Ise Frank.

La storia racchiusa tra le pagine di La signora Bauhaus, appena pubblicato da Neri Pozza, inizia nel maggio 1923. Ise, libraia, giornalista e critica letteraria, ha ventisei anni ed è seduta tra i banchi dell’Università tecnica di Hannover per seguire la conferenza di Walter Gropius.

Lo squattrinato fondatore del Bauhaus sta girando per tutta la Germania per far conoscere la sua scuola di arte e architettura, fondata con l’obiettivo di conciliare arte e artigianato, attraverso un nuovo linguaggio legato alla produzione industriale.

Ise rimane folgorata dal progetto e due mesi dopo viene invitata da Walter all’inaugurazione della prima mostra del Bauhaus, il 15 agosto a Weimar. Lo sposa nell’ottobre dello stesso annodiventando la principale promotrice, sostenitrice e co-creatrice dell’idea ribelle alla base del Bauhaus.

«L’idea del Bauhaus è diventata la seconda identità», dice Ise Frank in un’intervista pubblicata postuma nel 1986. Ed è di questo che ci vuole parlare Revedin.

Frank scrive articoli e interventi, è una ferma sostenitrice del diritto delle donne di entrare nel mondo del lavoro, ma purtroppo le viene impedito di pubblicare questi scritti a suo nome. Regalandoci un racconto meticoloso e appassionante di quegli anni anni, Jana Revedin cerca di restituire a Ise Frank quel nome, ma soprattutto il ruolo centrale all’interno del movimento. Nel farlo, ci spiega tutto, ma proprio tutto, quello che dobbiamo sapere sul Bauhaus.