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È quando sogni

Walter Bonatti, a cura di Angelo Ponta

di Giusy Nicosia

Per essere noi stessi e realizzarci proprio grazie a quello che siamo occorre tanto coraggio, ma soprattutto è necessario pagare un prezzo. Prima di tutto occorre affrontare l’ignoto, il che vuol dire “porsi in competizione con le proprie incertezze”. Ognuno di noi ha la possibilità di fare grandi cose nella vita, e credere nel mito vuol dire chiudere gli occhi, rifiutarsi di farle e trovare in esso una giustificazione plausibile per noi stessi. “Meriti tutto, ma dovrai scoprirlo da solo”. Tutte parole preziose e frutto di grandi riflessioni, ma soprattutto di esperienze dirette vissute sul campo, sono quelle di Walter Bonatti, uno dei più grandi alpinisti italiani.

Parole raccolte, insieme a tante altre di uguale valore, da Angelo Ponta, nel volume È quando sogni. Dizionario avventuroso e sentimentale in 1000 citazioni, da poco pubblicato da Solferino, un libro che si rivela un vero e proprio viaggio dentro lo studio e la biblioteca di Bonatti. Qui troviamo non solo i suoi pensieri, estratti dai suoi libri, ma anche una parte importante della sua raccolta di citazioni da lui trascritte nel corso di una vita, la maggior parte appartenenti agli autori da lui più amati, e riguardanti i temi che più gli stavano a cuore, come l’avventura, la natura, la montagna, la dignità, la forza, l’amarezza, la solitudine: «Da quella sua immensa raccolta di brani e pensieri – spiega Ponta nell’introduzione – ne abbiamo estratti mille. Quasi la metà sono a firma sua; gli altri, come si vedrà, sono ripresi da circa centosettanta autori diversi. Abbiamo diviso le citazioni per argomenti. […] Questo sguardo dentro la sua biblioteca, alla scoperta di chi e che cosa seppe emozionarlo, non solo ci permette di intravedere il suo metodo e i suoi “strumenti di lavoro”, il suo laboratorio di scrittore, ma è anche un’immersione nel suo immaginario, nel suo modo di guardare il mondo».

«Sono andato alla montagna per istinto, essa è stata per me un mezzo d’espressione, come la pittura, la scultura o la musica. È stata la mia vita. […] Ero un animaletto, affascinato da questa gente che si appendeva nel vuoto» si descrive così Bonatti mentre racconta la sua passione per l’alpinismo e quindi per la montagna, giungendo a questa conclusione in un’altra delle sue riflessioni: «Sentivo che lassù avrei trovato il mio modo di essere. Capii presto che la montagna mi dava la possibilità di rivelarmi, di conoscermi sempre più, scalata dopo scalata. Forse mi ripagavo di ciò che la vita non mi dava in altro modo, però era sempre più chiaro che lassù mi sentivo vivo, libero, vero». Sì, perché sulle montagne, per anticipare e vedere, ci si arrampica con la fantasia e col cuore ancor prima che con i muscoli, ci confessaWalter Bonatti, anche se la curiosità e l’immaginazione non bastano per affrontarle se non si è sinceri con se stessi: non dobbiamo mai dimenticare che su una montagna si è legati per la vita e per la morte, e qui la natura ha una matematica infallibile e inesorabile, che non prevede trattative per far tornare i conti.

«Amiamo nelle cose quello che vi mettiamo di noi» afferma il grande alpinista, e l’avventura, quella che possiamo vivere grazie a questa esperienza, non è altro che la capacità di sognare un’impresa e l’impegno e il coraggio per portarla a termine: «L’avventura per me è un fatto vitale; e non esiste senza rischio. È ciò che dà sapore alle cose. Ma è un rischio controllato. Il che vuol dire prepararsi bene: il fisico, la psicologia, la tecnica. Non credo alla fortuna né alla sfortuna. Ma l’avventura deve avere una sua purezza, dev’essere senza compromessi». Sì, il destino, ci rivelaWalter Bonatti tra le righe delle sue citazioni e riflessioni, è quello che sappiamo creare per noi stessi. Sono le esperienze, passo dopo passo, anno dopo anno, a farci crescere e a offrirci delle vere opportunità, ma soprattutto sono le grandi prove a temprarci o ad annientarci: siamo noi gli unici a poter decidere di voler migliorare e spostare in avanti i nostri limiti. E questa, in fondo, afferma l’alpinista, non è altro che la storia della vita.

Oggi, la vera avventura, la vera conquista, scrive ancora “il re delle Alpi”, non è quella della montagna: «Mi fa ridere quando sento parlare della “conquista” di una montagna. L’uomo non vince un bel niente. L’uomo è meno di un soffio d’aria. L’abilità semmai consiste nello sfruttare il momento propizio, la debolezza della montagna. L’unica cosa che si vince sta dentro noi stessi: la paura, per esempio, ed è una conquista mica da poco. […] L’avventura è l’ignoto che abbiamo dentro di noi, un luogo immaginario e fantastico che può farti vivere emozioni straordinarie anche dentro le mura di casa tua. Il mondo geografico è ormai tutto esplorato, ma l’universo infinito che ci portiamo dentro non riusciremo mai a percorrerlo completamente. […] Ho l’orgoglio di ritenermi uno degli ultimi esploratori. Esploratore di me stesso. Lo spazio dell’avventura non è più quello geografico, è quello che sta dentro di noi ».

Entriamo nel futuro, ma camminando all’indietro, afferma Bonatti, eppure potremmo fare buon uso della nostra paura: ce l’hanno insegnata sin da quando siamo nati, ed essa non solo “ci aiuta a campare di più”, ma è la “premessa per manifestare il nostro coraggio”, che è il sentimento che ci rende padroni della nostra dignità. La paura rivela le nostre debolezze, ed è proprio quello “il grande e vastissimo campo dove vivere la nostra avventura”, suggerisce l’alpinista: «E il motivo risiede proprio nella coscienza della mia debolezza. I veri grandi spazi del mio futuro sono in definitiva proprio quelli che porto dentro me stesso. […] Gli esploratori sono diventati operai specializzati, producono, perché delle storielle – false – devono essere consumate. Anche l’alpinismo e la grande avventura risentono della crisi di valori, perché sono attività dello spirito; sono dunque in parte specchio dei tempi che viviamo. Il culto dell’esteriorità, del sensazionale ad ogni costo, hanno fatto dimenticare che le prime Colonne d’Ercole da oltrepassare sono quelle che esistono all’interno di noi stessi. È lì che comincia e finisce ogni avventura, è lì che si deve decidere se barare continuando a ingannare se stessi oppure no».

La realtà è il cinque per cento della vita. L’uomo deve sognare per salvarsi, ci suggerisce Walter Bonatti: «È quando sogni che concepisci cose straordinarie, è quando credi che crei veramente, ed è soltanto allora che la tua anima supera le barriere del possibile. Le mie imprese hanno cominciato ad esistere nel momento in cui prendevano forma nella mia mente. […] Verso i 15 anni mi sono immedesimato nei racconti di Jack London, di Curwood, di Melville, di tutti gli autori che hanno raccontato l’avventura quando questa era ancora tale. In tutti questi viaggi sono dunque andato a inseguire i miei sogni. […] Si può dire che per tutta la vita ho solo cercato di realizzare i miei sogni di bambino».

Walter Bonatti è stato un alpinista, esploratore, scrittore, giornalista e fotoreporter italiano. Nella sua lunga carriera ha compiuto scalate ritenute impossibili. L’impresa del Cervino gli è valsa, a soli 35 anni, la Medaglia d’oro della Presidenza della Repubblica, una delle tante onorificenze ricevute, oltre ai tantissimi riconoscimenti. Dopo l’abbandono dell’alpinismo estremo, ha percorso i luoghi più irraggiungibili dei diversi continenti, descritti in celebri fotoreportage pubblicati dal settimanale “Epoca”. Sono numerosi i libri scritti sulle proprie avventure.

Angelo Ponta ha vissuto e lavorato per anni nell’archivio di Walter Bonatti. Dalle sue ricerche sono nati articoli, conferenze, mostre e libri.

È quando sogni. Dizionario avventuroso e sentimentale in 1000 citazioni

Walter Bonatti
SOLFERINO
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Genere:
Listino:
€ 17.00
Collana:
Data Uscita:
25/10/2022
Pagine:
0
Lingua:
EAN:
9788828209751