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Controinsurrezione

Valerio Evangelisti

Se Sam Peckinpah avesse mai deciso di realizzare un film sul Risorgimento italiano avrebbe chiesto a Valerio Evangelisti di scrivere la sceneggiatura. La Repubblica romana del 1849, al centro del breve e densissimo Controinsurrezione che Evangelisti ha affidato a Centoautori, è un perfetto Wild Bunch di eroi brutti sporchi e cattivi, la violenza non ha nulla di oleografico e il sangue nulla di sublime, i conti si regolano subito senza buone maniere e se ci scappa qualche eccesso, i nostri mazziniani già sanno, con un secolo di anticipo su Mao Zedong, che la rivoluzione non è un pranzo di gala.

E così, se quelli della Legione Manara si divertono a giocare al gatto col topo coi frati di San Calisto prima di fucilarli, e se qualche altro entusiasta decide di interpretare letteralmente filastrocche che invitano a impiccare l’ultimo prete con le budella… proprie, il bravo Gualtiero Cardini dei Lancieri della Morte non approva, se ne disgusta, ma sa che quello è il prezzo da pagare quando la Storia decide di accelerare. E sa anche che peggio toccherà ai patrioti quando le baionette e i cannoni di Napoleone III avranno finito di spazzare via le difese della città e avranno rimesso sul soglio pontificio l’odiato Pio IX.

Intanto Roma viene martirizzata dall’artiglieria francese, scaramucce e assalti si succedono alle porte della città mentre dentro le mura bande di delinquenti si mescolano ai patrioti per approfittare del caos.

Nel corso della sua “giornata particolare”, Cardini incrocia tutta questa umanità, pazzi sanguinari ed eroi generosi o cinici, criminali e aristocratici, leader di popolo come Ciceruacchio e la leggendaria Babette di Interlaken, “vergine comunista”, carbonara, agitatrice internazionale, fumatrice di sigaro, rivoluzionaria di professione. Babette è e non è un personaggio storico. Evangelisti se lo è preso in prestito da L’ebreo di Verona, romanzo d’appendice del reazionarissimo Padre Bresciani – uno degli idoli polemici di Antonio Gramsci – che afferma Babette essere davvero esistita e avere combattuto nel Sonderbundkrieg, la guerra civile svizzera del 1845.

Sia come sia, Babette come Cardini e gli altri tanti che appaiono nelle poche ma quanto intense pagine del romanzo di Evangelisti, vive della vita dei personaggi di romanzo. E tanto ci basta, grati come siamo per il piacere che la lettura di Controinsurrezione ci regala. Peccato che Peckinpah sia morto anzitempo.