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Carte false

Valeria Luiselli

I bravi editori, tra le varie altre virtù che sono loro richieste, devono distinguersi per cocciutaggine. Prendiamo La nuova frontiera: di titolo in titolo, di anno in anno sono riusciti a costruire il successo di un’autrice colta e “densa” come Valeria Luiselli, fino alla consacrazione, di critica e di pubblico, succeduta alla pubblicazione dello straordinario Archivio dei bambini perduti. E ora si può tornare indietro e riproporre ai lettori anche i primi titoli pubblicati dell’autrice, rimettere in vista i primi mattoni che quel successo hanno contribuito a costruire. Come Carte false, trascinante raccolta di testi, divagazioni, flânerie letterarie uscito in spagnolo nel 2012 e in italiano l’anno successivo. E come per l’Archivio, lo spazio e ciò che nello spazio sta e si muove, sono cruciali. Luiselli, nervosa e inquieta, curiosa e determinata, è perennemente in movimento, a piedi o in bicicletta, attraversa continenti alla ricerca della tomba di Brodskij a Venezia, e nello stresso cimitero di San Michele porta a soluzione l’altra suo ossessione per Ezra Pound, si infila nella cartoteca di Città del Messico per scoprire la sua città con gli occhi di un passato ormai remoto, attraversa il francese della Recherche di Proust come fosse un altro de suoi viaggi impossibili.  Un gran libro cui l’editore regala un nuovo statuto di novità. Perché un bravo editore deve essere testardo. A patto che sappia applicare la sua testardaggine alle cause giuste.