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Bartleby lo scrivano

Herman Melville

bartleby lo scrivano

di Luca Bonifacio

Quante volte nella nostra esistenza avremmo voluto rispondere con un secco “no”? O meglio, giusto per non sembrare sgarbatamente apodittici e laconici, con uno spiazzante ma educato “preferibilmente no”? Questa è la risposta che Bartleby, uno dei più famosi personaggi di Herman Melville oltre che della storia della letteratura, dà costantemente al suo capo nel racconto Bartleby lo scrivano, ora pubblicato nella collana spleen di casa Neri Pozza. 

Qua però non siamo in una battaglia apocalittica a oceano aperto alla ricerca di un capodoglio mostruoso, semmai nell’angusto e borghesissimo spazio di un ufficio newyorkese. Nella “fredda tranquillità” di questo studio legale a Wall Street, il neoassunto copista di nome Bartleby si dimostra sin da subito di buona lena, accondiscendente a incarichi di ogni mole. Fino a quando, dopo soli quattro giorni, comincerà per strani e oscuri motivi un lento cammino di inadempienza: un cammino costellato da una sola, “irragionevole e inaudita” risposta a ogni tipo di domanda: “preferibilmente no“. 

Viene da ridere ma allo stesso tempo da angosciarsi nel pacato e impassibile grigiore di una risposta che sembra quella di un automa. Infatti quella frase a ripetizione cadenzata aumenta il paradosso, la stranezza del tutto, priva quell’ufficio al primo piano senza vista del senso tempo, rendendolo un luogo drammaticamente teatrale dove prima si ride, poi un po’ meno. 

Ai giorni nostri quello di Bartleby potrebbe senz’altro essere tradotto come un caso di quiet quitting ante litteram, un burnout bello e buono, il resoconto esistenzialista di ordinaria assurdità in una monotona vita di ufficio e di scartoffie. Resta comunque l’ennesima riprova di quanto la letteratura sia capace di raccontare anzitempo e al tempo stesso di mettere in dubbio – anche con una sola frase – quello che pensiamo di conoscere del mondo. Parola di Enrico Terrinoni, che con questa nuova traduzione di Bartleby lo scrivano è riuscito nello sforzo sottile quanto titanico di restituirci nel migliore dei modi l’ambigua e insondabile complessità di un racconto costruito sulla semplice frase “I would prefer not to” – anche se a onor di cronaca dobbiamo aggiungere che il Terrinoni si era “allenato” per questa impresa concludendo qualcosa come la prima traduzione integrale italiana del Finnegans Wake assieme a Fabio Pedone e traducendo in solitaria l’Ulisse, vincendo per quest’ultimo pure il Premio Capalbio per la traduzione –.

Così come apparve in due puntate sul Putnam’s Magazine nel 1853, ancora oggi il mistero di questo giovane scrivano e l’incapacità di darne una lettura univoca suscitano infatti sconquasso. E in questa edizione Neri Pozza viene poca voglia di soffermarsi su interpretazioni filosofiche, antropologiche, sociologiche, psicologiche, psicoanalitiche, bibliche che siano del Bartleby. Soprattutto perché risulta difficile non attardarsi qualche minuto – qualche decina di minuti – anche sulle illustrazioni di Antonello Silverini presenti fra le pagine, cariche di pathos teatrale e pronte a ridare lustro – come etimologia vuole e comanda – al capolavoro di Melville. 

Perché dire che queste illustrazioni “sorprendono” ci sembra poca cosa, piuttosto ci insidiano e ci irretiscono. Complici forse quei toni color seppia capaci a modo loro di sospendere il senso del tempo e dell’incredulità, di creare un po’ di pacata angoscia: tanto quanto la storia di questo strano scrivano chiamato Bartleby.

Bartleby lo scrivano. Ediz. illustrata

Herman Melville
NERI POZZA
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Genere:
Listino:
€ 20.00
Collana:
Data Uscita:
17/11/2023
Pagine:
0
Lingua:
EAN:
9788854527898