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Avevo dieci anni

Fiona Cummins

L’infanzia dovrebbe essere il momento più sacro di un essere umano, proprio perché quando si è bambini si è indifesi, fragili e, soprattutto, ignari di cosa siano la malvagità e la cattiveria. Chi di noi non ripensa a quegli anni come al periodo più felice della propria vita? La gioia e la spensieratezza dovrebbero essere gli unici stati d’animo a riempire le giornate di un bambino. Questa dovrebbe essere la normalità, ma non sempre lo è. Le notizie di cronaca ce lo dimostrano ogni giorno.

E poi, ci sono alcune storie terribili a cui è difficile dare una spiegazione, soprattutto quando è il minore a fare la parte del cattivo e il male che compie colpisce proprio coloro che dovrebbero essere i primi a proteggerlo: i suoi genitori, le persone da cui avrebbe dovuto ricevere un amore incondizionato. Come può mai accadere una cosa simile? Cosa può mai spingere un bambino a uccidere e a compiere un crimine così efferato? Cosa o chi ha infranto la sua innocenza, mostrandogli il volto feroce della crudeltà? Sono proprio queste le domande che viene spontaneo porci leggendo Avevo dieci anni di Fiona Cummins, un romanzo ispirato a un reale fatto di cronaca e da poco pubblicato da Francesco Brioschi Editore. Una vita felice, idilliaca e senza ombre è quella della famiglia Carter, incorniciata dalla loro bellissima casa, Hilltop House, in cima a una collina, fino alla fatidica notte in cui Sara, di dieci anni e la più piccola delle due figlie, commette un atto per chiunque inimmaginabile: proprio lei, la piccola e dolce bambina bionda, pugnala quattordici volte i propri genitori dormienti con un paio di forbici.

Sara, da quel momento soprannominata dai media l’Angelo della Morte, viene così accusata del duplice omicidio di Hilltop House, trascorrendo otto anni in isolamento in un carcere minorile. Al suo rilascio le viene assegnata una nuova identità per rifarsi una vita. Mentre sua sorella maggiore, Shannon, che all’epoca del delitto aveva solo dodici anni, viene data in affido per essere tenuta lontana dai riflettori.

Passa il tempo e tutto sembra essere stato dimenticato, nonostante il parricidio avesse avuto, all’epoca, una larga risonanza mediatica, fino a quando Shannon Carter non decide, dopo ben ventuno anni di silenzio, di farsi intervistare da una delle principali tv nazionali, con l’intento di fare un annuncio sullo schermo e ritrovare sua sorella: «C’è un pensiero che mi tormenta da molto tempo. – confessa Shannon davanti alle telecamere – Si tratta di mia sorella. Non ho mai avuto davvero l’occasione di salutarla. Di dirle che mi dispiace. Per tutto ciò che è successo. Per quello che ho fatto. Io sono riuscita a ricostruirmi una vita. Spero che ce l’abbia fatta anche lei. Credo che tutti dimentichino il fatto che entrambe abbiamo perso i genitori, quella notte. Mi dispiace tanto. Spero che tu possa perdonarmi. Vorrei poterti rivedere. Vorrei sapere come stai, e com’è la tua vita oggi. Vorrei dirti che ti voglio ancora bene».

Cosa sfugge a molti? Quale segreto si cela dietro il silenzio di Sara Carter o meglio della nuova Catherine Allen? Cosa nasconde la giornalista Brinley Booth, vicina di casa e amica delle due sorelle?

«La casa dei Carter era splendida.  – ricorda Brinley nel romanzo – Aveva un ampio ingresso simmetrico ed emanava fascino, lassù in cima alla collina, con un mosaico di campi che si stendevano a valle. A Natale, le luci scintillanti dietro le finestre e la ghirlanda di agrifoglio sulla porta le davano l’aspetto di una cartolina di auguri vittoriana. La nostra casa era molto più piccola, la versione povera della loro. Vernice crepata ed erbacce. Un ammasso di piante incolte. Ma io ho sempre pensato che fossimo noi quelli fortunati, perché avevamo il privilegio di osservare le loro vite da dietro i vetri. La verità è che io so più di quanto la polizia abbia mai scoperto, su questi fatti. Molti anni fa, ho chiuso quelle informazioni in una scatola che ho messo via con sopra l’etichetta “non aprire”. Ma il ricordo mi perseguita da allora, ammantando ogni cosa di senso di colpa. Scrivendo l’articolo che cambierebbe la mia carriera – e che cambierebbe anche me, ne sono certa – aprirei un vaso di Pandora. Il problema è che, una volta sollevato il coperchio, non si può tornare indietro».

Come spesso accade, la verità ha molte facce, ma quale di queste merita di essere ascoltata o perdonata, e quale di essere condannata? Nessuno può sapere se sia giusto o sbagliato mostrarla al mondo intero, soprattutto quando ci sono di mezzo dei minori ed è molto sottile il confine che divide la giustizia dall’orrore di un abuso: «Per anni, i fatti avvenuti quella notte sono rimasti sepolti sottoterra, – si legge nel romanzo – nascosti fra le ossa del dottor Carter e sua moglie e la terra smossa dalle nostre bugie. Ma la decomposizione trova il modo di risalire in superficie, di spargere le sue spo­re finché il marcio non trova dove attecchire e guasta tutto dall’interno».

Avevo dieci anni

Fiona Cummins
FRANCESCO BRIOSCHI EDITORE
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Genere:
Listino:
€ 18.00
Collana:
Data Uscita:
28/04/2022
Pagine:
0
Lingua:
EAN:
9791280045669