
Luca Stefanelli
Il volume sviluppa un'analisi approfondita della Beltà (1968), silloge che rappresenta uno dei momenti più alti nell’itinerario poetico di Andrea Zanzotto e, più in generale, un sicuro capolavoro del secondo Novecento italiano.L'interazione, in una prospettiva macrotestuale, di diversi metodi e livelli di indagine (tematico, intertestuale, linguistico-retorico, metrico, filologico), fa emergere le intricate "armoniche" che danno corpo alla calibratissima trama della raccolta, in una tensione esegetica costante e sempre in confronto diretto con il testo poetico.Partendo da una riflessione preliminare sulla dibattuta nozione di "macrotesto", oggetto soprattutto negli ultimi anni di un rinnovato interesse da parte della critica, l'autore ricostruisce un ampio quadro in cui le principali linee tematiche e stilistiche della Beltà sono enucleate nella loro correlazione interna e in rapporto con le fasi precedenti e successive dell'opera zanzottiana.In primo piano l'intenso, dialogico rapporto che il poeta di Soligo intrattiene con la tradizione italiana (Dante, Petrarca, Leopardi, Pascoli, Montale, Ungaretti) ed europea (Hölderlin, Baudelaire, Mallarmé, Rimbaud, Artaud, Leiris), con la psicoanalisi (Lacan, Jung) e la filosofia (Hegel, Nietzsche, Heidegger).Un essenziale contributo alla ricostruzione del processo genetico della raccolta proviene dagli splendidi materiali autografi, mai prima d'ora studiati, che permettono di addentrarsi nel vivo del cantiere zanzottiano e aprire nuove prospettive di ricerca.