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Ogni storia è una storia di fantasmi

31 ottobre 2023 | cristina
Ogni storia è una storia di fantasmi

Sei letture per Halloween, che in realtà vanno bene per tutte le stagioni.

Ottobre sta finendo: le giornate si accorciano, le ombre si allungano, mentre la notte di Halloween, la più spaventosa dell’anno, è alle porte. In questa stagione di suggestioni, immergersi in storie dell’orrore diventa un rito collettivo. E allora, quale occasione migliore per consigliarvi letture capaci di portarvi in territori sconosciuti in cui, alla fine, ritrovarvi: perché nell’affrontare le paure nascoste tra queste pagine “infestate”, cerchiamo una connessione più intima con la nostra stessa umanità. Sono uno specchio, seppur deformato, che ci racconta qualcosa di noi e del mondo.

Dal gotico al thriller, passando per il perturbante di racconti strani, bizzarri, non etichettabili ma pervasi di inquietudine, tutte le storie che trovate qui sono, in senso lato, storie di fantasmi. Spiriti dei morti, creature del folklore, spettri della mente che si trasformano in ossessioni, case infestate da ricordi, manifestazioni di un passato che aleggia sul presente: assenze che percepiamo come presenze.

Sei libri, molto diversi tra loro, che spaventano in modo differente, spesso sottile, ma sempre viscerale. Sei novità da brividi selezionate dai cataloghi degli editori promossi da PDE.

Divagazioni sul gotico

A.J. West, La meccanica degli spiriti – Neri Pozza

Gotico ambientato nell’Irlanda del Nord di inizio ‘900, La meccanica degli spiriti, appena uscito per Neri Pozza, è un libro inaspettato sotto diversi punti di vista. Il suo autore, A.J. West, ex giornalista della BBC, ha attinto dalla vicenda reale di William Jackson Crawford e della medium Kathleen Goligher per raccontare una storia che è, certamente, di fantasmi: il punto è proprio stabilire se si tratta di spiriti dei morti o delle ossessioni che infestano la mente del suo protagonista. Siamo a Belfast, due anni dopo l’affondamento del Titanic, in una città ancora in lutto in cui dilaga l’interesse per l’occultismo e lo spiritismo. Il nostro narratore, William, è uno scienziato, pragmatico e scettico. Tuttavia, finisce per assistere a una seduta spiritica nel circolo di Goligher, celebrità nei salotti borghesi, e arriva a convincersi della veridicità dell’esperienza. Ben presto, dunque, la sua unica missione diventa provare la scientificità del soprannaturale. Un libro inaspettato, dicevamo, perché West ci inganna e, come fanno gli illusionisti, non svela subito le sue carte. Al contrario, ci accompagna con una prosa avvincente e d’atmosfera capace di lasciarci senza fiato, in una storia che, sempre più, assume la forma di una riflessione sulla repressione, sull’abuso e sulla superstizione.

Pupi Avati, L’orto americano – Solferino

Pupi Avati, padre del “gotico padano” sia cinematografico che letterario, torna in libreria con un romanzo inquietante e affascinante immerso nella storia e sfumato di soprannaturale, riconfermando la versatilità della sua vena narrativa e la raffinatezza del suo stile. L’orto americano, pubblicato da Solferino, è un avvincente thriller-horror in cui la realtà e gli inganni della mente si inseguono incessantemente. Barbara è arrivata in Italia come ausiliaria, subito dopo la Liberazione. Appena dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, in una mattina bolognese, la giovane capita nella bottega di un barbiere per chiedere indicazioni. Un semplice sguardo distratto è sufficiente per catturare il cuore di un giovane aspirante scrittore. Anni dopo, lui si trasferisce negli Stati Uniti, stabilendosi in una casa confinante, seppur separata da un inquietante orto, con quella di una vicina la cui figlia, di nome Barbara, si è arruolata come ausiliaria ed è dispersa in Italia, forse morta o uccisa. Inizia così un’indagine pericolosa che dall’orto americano di Barbara lo porterà ad Argenta, alla foce del Po, al seguito di una serie di eventi straordinari.

Quando le cose diventano weird

Shirley Jackson, La strega – Adelphi

Quattro racconti che rappresentano un piccolo concentrato di Shirley Jackson: leggere La strega, appena pubblicato da Adelphi, magari in connubio con La lotteria, potrebbe essere un buon modo per avvicinarsi al lavoro di una delle grandi maestre del brivido letterario, che ha lasciato un’impronta indelebile nella letteratura horror, influenzando generazioni di scrittrici e scrittori. Secondo Stephen King, le storie di Jackson sono classici del terrore perché «finiscono con una svolta che porta dritto in un vicolo buio». Succede anche nei racconti di questa raccolta, in cui, attraverso la prosa eloquente e lo sguardo acuto di sempre, Jackson trasforma il quotidiano in qualcosa di sinistro. Nel primo racconto, che dà il titolo alla raccolta – La strega, appunto – c’è un bambino che, viaggiando in treno, vede streghe ovunque. L’ubriaco si costruisce intorno a una conversazione apocalittica sul futuro, che avviene a una festa tra un uomo un po’ alticcio e la figlia adolescente dei padroni di casa. Charles, personaggio del racconto omonimo, è un compagno di scuola che ne combina di tutti i colori, ma poi esisterà davvero? In Il dente una donna che deve farsi rimuovere il molare sinistro dolente comincia a pensare che tutta la sua identità si concentri in proprio in quella parte del corpo.

Layla Martinez, Il tarlo – La nuova frontiera

Un’altra storia di spettri: ma d’altronde, come si dice, non lo sono tutte? Il tarlo di Layla Martínez, edito da La nuova frontiera, ci racconta di un luogo infestato, ma dalle storie di chi ci ha vissuto. Abitata da due generazioni di donne, una nonna e una nipote, questa è una casa in cui, come dice la voce narrante, “non si ereditano soldi o anelli d’oro, o lenzuola ricamate con le iniziali, qui i morti ci lasciano solo i letti e il risentimento”. Al centro della narrazione c’è un terribile crimine, collegato a un passato di vendette e ingiustizie, dove la violenza di genere e di classe hanno le loro radici. Con uno stile tagliente e dolente, Martínez ci accompagna in quello che di fatto assume sempre più i connotati di un incubo, che si appoggia al realismo magico e fa uso del “perturbante” – l’unheimlich freudiano, quell’inquietudine derivata da una situazione avvertita come familiare ed estranea allo stesso tempo – come principale strumento per creare la tensione. Un horror a tutti gli effetti, anche se più per inclinazione che per intreccio, che ricorda nelle atmosfere alcuni film contemporanei come Hereditary di Ari Aster, Babadook di Jennifer Kent o Relic di Natalie Erika James che avevano al centro, come Il tarlo, il tema dell’elaborazione del trauma.

Al confine tra i generi

Stephen Graham Jones, Gli unici indiani buoni – Fazi

Un horror, che non mette mai in dubbio la sua appartenenza al genere, ma che allo stesso tempo rappresenta una riflessione sulla storia degli Stati Uniti e l’identità culturale indigena: Gli unici indiani buoni, portato in Italia da Fazi Editore e scritto da Stephen Graham Jones, è un libro intimo e brutale, ma allo stesso tempo ha il calore delle storie dell’orrore che si raccontano intorno al fuoco. Lewis, Gabe, Ricky e Cassidy, quattro giovani nativi cresciuti insieme in una riserva ai confini col Canada, a distanza di anni si trovano a pagare lo scotto di un errore fatto in gioventù, trasgredendo le regole della comunità: una battuta di caccia in una zona destinata esclusivamente agli anziani, finita in tragedia. Questo evento segna, in qualche modo, la loro rottura con le tradizioni degli antenati. A distanza di anni, qualcosa li perseguita: Lewis è il primo a notare una presenza inquietante nella sua casa, e da questo momento in poi ognuno di loro inizia a temere per sé e le proprie famiglie. Gli unici indiani buoni condivide con i migliori libri di Stephen King le atmosfere spaventose di una provincia statunitense apparentemente sonnacchiosa in cui qualcosa, al di sotto, ribolle, ma l’immaginario culturale di riferimento di Stephen Graham Jones rende il romanzo qualcosa di unico nel panorama letterario horror contemporaneo.

Maurice G. Dantec, Le radici del male – minimum fax

Per chi vuole trovare brividi al di là del genere horror, minimum fax ha da poco ripubblicato il capolavoro degli anni ’90 considerato da Valerio Evangelisti uno dei grandi noir di fine millennio: Le radici del male di Maurice G. Dantec, scrittore e musicista scomparso nel 2016. Thriller fantascientifico o poliziesco cyberpunk, vincitore del prestigioso Grand Prix de l’Imaginaire nel 1996, Le radici del male è il racconto di un incubo ed è per questo che ve lo consigliamo in questa selezione. Dantec, influenzato dalle opere di William S. Burroughs, J. G. Ballard e Philip Dick, ma forse anche dal Neuromante di William Gibson, ci porta con sé in un viaggio allucinato a Parigi, a cavallo tra secondo e terzo millennio, sulle tracce Andreas Schaltzmann, convinto di essere l’ultimo uomo rimasto a combattere i nazisti e gli alieni di Vega e, a causa di questa paranoia e del delirio cronico, diventato un serial killer metodico che uccide e si nutre del sangue delle sue vittime. Per catturare Schaltzmann, viene messo insieme un team composto da un’antropologa, un rinomato criminologo e un giovane ingegnere che sta sviluppando la “neuromatrice”, un’intelligenza artificiale che può accedere a qualsiasi sistema informatico e creare profili psicologici basati sugli indizi. Un libro avvincente, ricco di sottotesti e ancora profondamente attuale.

Non ci resta che augurarvi buone – spaventose – letture!

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In alto, foto di Syarafina Yusof su Unsplash.