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Streghe. Le eroine dello scandalo

Ilaria Simeone

Era la fine dell’estate del 1587 a Triora, borgo ligure oggi tristemente noto come “la Salem d’Italia”, quando oltre trenta donne furono accusate di essere le artefici della carestia che aveva colpito la regione. Fu il più grande e feroce processo per stregoneria svoltosi in Italia. Tra le vittime, Isotta Stella, sessantenne di origine nobile, che morì per le torture subite. STREGA!

Caterina De Medici, donna non più giovane e con un passato di povertà e abusi alle spalle, nel 1616 divenne serva del senatore del ducato di Milano Luigi Melzi. Di lì a poco, quando l’uomo cominciò ad accusare forti dolori allo stomaco, la donna fu accusata di avergli lanciato un maleficio. Fu condannata all’impiccagione e poi bruciata. STREGA!

Maria Bertoletti, detta la Toldina, era una contadina di sessant’anni che viveva a Brentonico, in Trentino-Alto Adige. Era vedova e senza figli. Nel 1716, forse in seguito a una disputa patrimoniale, fu accusata di aver ucciso alcuni bambini buttandoli nel suo pentolone, danneggiato i raccolti, praticato la fascinazione, l’idolatria e l’eresia. Fu bruciata sul rogo. STREGA!

«I persecutori si raffigurano la loro vittima così come la vedono veramente e cioè colpevole, ma non nascondono le tracce oggettive della loro persecuzione» scriveva il filosofo francese René Girard nel celebre saggio Il capro espiatorio (1982). Così, Ilaria Simeone, giornalista di formazione filosofica, ha cominciato la sua indagine su questi tre noti processi italiani alle «streghe» proprio seguendo quelle tracce nei documenti degli inquisitori.

Ha frugato negli archivi, negli atti dei processi, nel tentativo di intravedere, tra le testimonianze manipolate e le confessioni estorte con la fame e la tortura, la verità di queste donne vittime della superstizione, dell’angoscia e delle frustrazioni collettive.

Il risultato di questa inchiesta è Streghe. Le eroine dello scandalo, uscito nella Piccola Biblioteca Neri Pozza. Si tratta di una cronaca storica estremamente dettagliata e altrettanto scorrevole che getta luce su una società consumata dalla paura, a cui Simeone ha scelto di dare forma narrativa per ridare a queste donne voce, ricordarne i nomi, raccontarne le storie.