Se potessimo definire con una parola la vita e lo spazio in cui essa scorre, quale sceglieremmo? Sicuramente penseremmo a una parola che esprima, nella sua idea di movimento, tutta la vitalità che è insita in noi sin da quando siamo nati.
Per Carlo Marconi, probabilmente, la vita è racchiusa in un verbo che ha in sé tutta la forza e la tenacia proprie di chi è pronto a iniziare un viaggio: camminare, soprattutto lì dove il sentiero termina e dove le tracce di chissà chi, lasciate sul terreno, sembrano aver preso un’altra direzione, lasciando a noi l’onore di muoverci tra le foglie di una via sconosciuta, mentre il timore cede il posto al coraggio e allo stupore per l’inaspettato, che sa benissimo come venirci incontro nella selva della nostra vita. Il suo libro, Poesie del camminare, da poco pubblicato da Lapis, ci mostra un tempo dove i nostri pensieri hanno la libertà di conquistare tutto lo spazio di cui hanno bisogno e che meritano, una zona franca dove è possibile porci ogni sorta di domanda, a partire dalle più strane e insolite, così come fa l’autore, tra una rima e l’altra: «Le osservo dal cortile e mi domando / se c’è tra loro chi decide il come, / se c’è chi stabilisce il dove e il quando, / nel cielo, se si chiamano per nome. / Io so soltanto che per ora vanno, / le rondini, ma poi ritorneranno».
Può capitare di camminare tra “le stanze luminose della mente” o sopra un “prato in cui si schiudono i pensieri”, mentre tra i passi gioco e i passi festa “germogliano i pensieri nella testa”, oppure di desiderare fortemente di farlo soprattutto quando ci si sente pervasi dalla noia: «Il giorno viene avanti lento lento, / – scrive Marconi in un’altra filastrocca – si muove eppure sembra faccia finta,/somiglia all’aquilone senza vento, / all’altalena ferma senza spinta».
I passi, figli del camminare, in fondo non sono altro, rivela Marconi, che “gemme di sudore che abbeverano il suolo goccia a goccia, segni di matita che raccontano le storie della vita”, annunciando in qualche modo anche le trame del futuro, ma soprattutto sono “impronte sul nostro sentiero” che paiono quasi “ritratti profumati di mistero”.
Ed è proprio sul mistero, quello che spesso domina molti dei nostri pensieri, domande e dubbi che sembrano “ombre pungenti di malinconia”, che a un certo punto soffia il vento delle nubi per “squarciare il velo” e mostrare, lì dove vedevamo fino ad allora solo una pozzanghera, la bellezza di un cielo limpido.
In una vita fatta solo di “battiti del cuore”, così come scrive Marconi, quanto può essere emozionante camminare insieme a chi si ama, su una strada che si fa passo dopo passo, così come una casa mattone su mattone? «Sei anni e una finestra nel sorriso / mentre decifri il mondo a stampatello; / – scrive l’autore – una risata esplode all’improvviso: / andare a scuola a piedi insieme è bello».
E se nel mezzo del cammino, afferma l’autore, “ti accorgessi che io mi allontano, / corrimi dietro e prendimi per mano”, perché, scrive in un’altra filastrocca «Ancora non lo sai, ma sul tuo viso / c’è il candido stupore del creato, / la stessa gentilezza nel sorriso / di chi nel sogno ti ha desiderato. / Ancora non lo sai, ma nelle mani / c’è l’operoso ingegno delle dita, / l’identica fiducia nel domani / di chi ti ha fatto dono della vita. / E nei tuoi piedi, ancora non lo sai, / ci sono tutti i passi che farai».
I versi di Carlo Marconi si accompagnano, a lui le pagine di sinistra, a lei quelle di destra, alle meravigliose illustrazioni di Serena Viola che alle poesie regala un protagonista, un allusivo “cappuccetto rosso” che, un colpo di pennello intinto nel rosso più rosso attraversa situazioni come giardini.
Poesie del camminare
Carlo Marconi
LAPIS EDIZIONI
VAI AL LIBRO- Genere:
- Listino:
- € 15.00
- Collana:
- Data Uscita:
- 19/05/2022
- Pagine:
- 0
- Lingua:
- EAN:
- 9788878748804