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Kraftwerk. Il suono dell’uomo-macchina. Una forma ben organizzata d’anarchia

Gabriele Lunati

“Senza di loro non ci sarebbero stati l’hip-hop, la house, la musica ambient, l’electro e persino Michael Jackson” ha detto di loro “Q Magazine”. Parliamo dei Kraftwerk, il gruppo che esplose inaspettato e sorprendente nel 1975 con Autobahn grazie all’inedito incrocio tra pop ed elettronica. Dopo di loro nulla sarebbe più stato uguale.

I quattro tedeschi, capelli corti, abbigliamento di volta in volta anonimo o militaresco, cravatte, espressione impassibile e robotica sembravano davvero venire da un altro pianeta e invece erano una delle evoluzioni possibili, ma fino allora impreviste, di una scena musicale tedesca che da anni sperimentava con l’elettronica, sia in congiunzione con strumenti tradizionali sia “in purezza”. I Kraftwerk da lì venivano, dalle “porte del cosmo che stan lassù in Germania” come cantava Eugenio Finardi, quel mondo di nipotini di Stockhausen che rispondevano al nome di Popol Vuh, Tangerine Dream, Klaus Schulze. Loro stessi, Ralf Hütter e Florian Schneider, prima col nome di Organisation, poi già come Kraftwerk, capelli lunghissimi e camice di garza indiana, si erano mossi nel solco di quella scuola, dando vita a grandi affreschi sonori dal mistico afflato.

Tempo pochissimi anni e i Kraftwerk imprimono alla loro musica, alla loro presenza scenica, all’estetica dei loro set e al rapporto con il pubblico la svolta che li ha resi famosi e seminali per tanta musica e tanto spettacolo a venire. Fino a noi, perché tra abbandoni e pause di riflessione, scioglimenti e reunion, i Kraftwerk sono ancora attivi e produttivi.

 

Insomma, una vicenda affascinante che in Italia non era ancora stata raccontata, ma che ora trova in Gabriele Lunati un appassionato e preciso storiografo. Questo suo Kraftwerk. Il suono dell’uomo-macchina. Una forma ben organizzata d’anarchia (Stampa Alternativa) è la prima biografia italiana a coprire tutto l’arco della carriera della band tedesca, dagli esordi degli Organisation al glorioso tour mondiale del 2004. Ad arricchire il testo, appendici con l’elenco puntuale di tutti i concerti e la titanica ricostruzione di tutte le uscite discografiche dei Kraftwerk, edizione per edizione, paese per paese.