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Il bazar della memoria

Veronica O'Keane

Quello di cui siamo certi è ciò che conosciamo e di cui abbiamo fatto esperienza. I nostri ricordi sono la fortezza in cui custodiamo ciò che siamo, o almeno, ciò che crediamo di essere.

Sì, è vero che le nostre percezioni ci guidano nella quotidianità, determinando molte delle nostre scelte, ma in quale misura i nostri ricordi influiscono su di esse? Sono tutte domande a cui la psichiatra Veronica O’Keane cerca di dare una risposta, tenendo in considerazione anche le ultime ricerche neuroscientifiche, nel libro Il bazar della memoria. Come costruiamo i nostri ricordi e come i ricordi ci costruiscono, da poco pubblicato da Treccani Libri. Sono proprio i ricordi frammentati di persone che convivono con gravi malattie mentali che hanno consentito a O’Keane di illuminare i misteri del cervello umano e di rapportarli al mondo dell’esperienza.

In questa incredibile navigazione nel mondo della memoria, che tocca anche le sponde delle storie toccanti dei pazienti di O’Keane, così come quelle delle fiabe e della letteratura, è quasi naturale ritornare su grandi quesiti che per millenni hanno fatto dialogare tra loro, attraverso dispute intellettuali interminabili, filosofi, scienziati, scrittori e artisti: la mente e l’anima risiedono nello stesso posto? La conoscenza è acquisita attraverso l’esperienza materiale dei sensi o piuttosto è innata e insufflata nella non-materia da Dio? «John Locke, uno dei filosofi più noti del XVII secolo, si oppose alla nozione di anima cartesiana e a quella della conoscenza innata. – spiega O’Keane – Osò sfidare la dottrina secondo cui la conoscenza veniva data da Dio agli uomini e, per di più, in proporzione al loro status. Scrisse che la mente era una tabula rasa alla nascita. La conoscenza veniva acquisita grazie alle “nostre capacità ordinarie nel giungere a conoscere le cose”, ovvero memorizzare il mondo attraverso le informazioni sensoriali».

Se la conoscenza arriva dall’esperienza, allora in che modo diamo un senso alle sensazioni? «Diamo un senso a tutto ciò che i nostri sensi inviano al cervello, – spiega la psichiatra – formando percorsi di memoria e strutture interpretative dinamiche. La memoria non è statica: è un flusso all’interno di una danza senza fine con i nostri sensi. Henri Bergson si era convinto che l’intuizione fosse radicata nella memoria, e aveva ragione. La conoscenza intuitiva può sembrare astratta, ma non è un’ipotesi folle: si basa su informazioni nascoste divenute ormai automatiche. Sappiamo di sapere qualcosa, ma potremmo non essere sicuri del come o del perché lo sappiamo».

Non è solo l’intuizione a prendere forma nella nostra memoria, ma anche la sensazione del tempo e, in particolare, l’idea del futuro: «L’idea che il tempo non esiste in quanto tale, né esistono il passato e il futuro, era già presente nel IV secolo, quando sant’Agostino d’Ippona identificò tre tempi: “presente del passato, presente del presente, presente del futuro”. Agostino sembrava voler dire che esiste solo il presente, da cui si scivola o nel passato o nel futuro. Le sue contemplazioni si riflettono quindici secoli dopo nel lavoro di Endel Tulving, un neuroscienziato canadese che ha dedicato tutta la sua vita a indagare il tempo e la memoria. Egli ha analizzato come il passato e il futuro esistono nel presente vissuto consapevolmente. Daniel Schacter, che ha lavorato con Tulving, ha dimostrato che quando pensiamo al passato e quando pianifichiamo il futuro impieghiamo gli stessi circuiti cerebrali. Ma ovviamente questo non sorprende se si considera che prendiamo decisioni sul futuro in base all’esperienza, alla memoria. Possiamo fantasticare o prevedere solo con l’esperienza intessuta nella memoria. La memoria è più di una registrazione del passato: è anche il modello per immaginare il futuro».

Ma dove si elaborano esattamente i nostri ricordi? «L’ippocampo crea il presente integrando gli input sensoriali della corteccia in una narrazione del presente. – spiega l’autrice del saggio – L’ippocampo destro è più importante per la memoria dei luoghi e il sinistro per la memoria biografica. È il nostro ippocampo a creare le informazioni di tempo-luogo-persona, che sono la base della memoria episodica. Il modo in cui i neuroni dell’ippocampo creano ricordi è oggetto di una letteratura gigantesca ed è uno dei quesiti chiave al centro della ricerca sulla memoria».

Quanto i ricordi influiscono sulle nostre emozioni? I nostri ricordi contengono tutte quelle sensazioni che ci permettono di riconoscere le cose e le persone attraverso le nostre percezioni, ma soprattutto sono la culla delle nostre emozioni. Grazie ai nostri sensi raggiungiamo quelle sensazioni e creiamo nuove emozioni, ma solo attraverso il senso dell’olfatto, che O’Keane preferisce chiamare “sesto senso”, abbiamo un contatto diretto con l’emozione: «Proust descrive ciò che probabilmente noi tutti abbiamo sperimentato in un momento della nostra vita. Assaggiamo o annusiamo qualcosa e proviamo immediatamente l’emozione associata al ricordo di quel gusto o di quell’odore. L’olfatto e il gusto risiedono in aree corticali sovrapposte, ma quello dell’odore è l’innesco più immediato per i ricordi emotivi. L’esperienza di un vivido ricordo emotivo suscitato da un odore, che ci avvolge nel nostro stesso mistero, è nota come effetto proustiano. La differenza tra l’olfatto e gli altri quattro sensi è che i neuroni del primo dal naso vanno dritti all’amigdala – precipitandovi dentro attraverso il breve tratto dei passaggi nasali – prima di raggiungere la corteccia olfattiva. Questo è il motivo per cui sperimentiamo immediatamente un’emozione se annusiamo qualcosa. I neuroni dell’olfatto, raggiungendo prima l’amigdala, innescano sensazioni ancora prima che l’odore stesso venga consapevolmente riconosciuto. L’odore, come descrive Proust, è ricordato come un sentimento».

Persino Cartesio, precursore del principio filosofico del dualismo, secondo cui l’anima, donata da Dio, era eterea e immateriale, poiché fatta di una sostanza diversa dalla materia del corpo, che invece era fatto di carne e sangue, era convinto che, nel vivere i nostri sentimenti e nello scegliere con chi condividerli, siamo guidati inconsapevolmente dalla memoria emotiva. Come afferma l’autrice nel libro: «Molti di noi, dopotutto, sposano il “padre” o la “madre”. È la memoria che in parte ci rende vittime inconsapevoli delle nostre passioni».

Anche la memoria del luogo ha un ruolo importante nella nostra vita, spiega l’autrice, perché “forse è un’eredità evolutiva del tempo in cui ricordare un luogo dove, ad esempio, si poteva trovare del cibo o dove si nascondeva il pericolo, era fondamentale per la sopravvivenza”.

Quello che ricordiamo “eccita la nostra curiosità”, mentre quello che dimentichiamo non ha destato la nostra attenzione a tal punto da costruire “la reattività necessaria per ricordare”. Dimentichiamo anche quando siamo stressati: il nostro ippocampo subisce così gli effetti tossici dell’esposizione cronica al cortisolo, danneggiando i sistemi di memoria.

La memoria non è solo “il substrato dell’immaginazione”, afferma O’Keane, ma è anche il punto di partenza per definire chi siamo e di chi saremo, nel tempo: «Le coordinate di ogni storia, come abbiamo visto, compresa quella della propria vita, sono tempo, luogo e persona. La “persona” non può essere ricordata fino a quando l’individuo non viene registrato come esistente, a cominciare da se stessi. Credo che il primo ricordo cosciente di noi stessi corrisponda al primo momento di autoriconoscimento o di coscienza di sé. Dobbiamo poter vedere noi stessi prima di iniziare a costruire la nostra memoria».

Dal semplice riconoscimento di se stessi si passerà a rappresentazioni sempre più complesse denominate “coscienza superiore”, sostiene O’Keane, ed è solo quando una persona diventerà consapevole della propria coscienza che svilupperà una “meta-coscienza”, la stessa che fa parte di una memoria più antica, biologica e collettiva.

Il bazar della memoria. Come costruiamo i nostri ricordi e come i ricordi ci costruiscono

Veronica O'Keane
TRECCANI - IST. ENCICLOP. ITALIANA
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Genere:
Listino:
€ 22.00
Collana:
Data Uscita:
10/06/2022
Pagine:
0
Lingua:
EAN:
9788812009985