
Anselmo Calvetti
L?autore ha preso in esame l?etimo di voci dialettali romagnole, quali treb, zigh, gag, blach, burdël, bastêrd, tabach e di molte altre, di personaggi delle tradizioni (Bórda, Besabôa, Mazapédar, Mazapégul), nonché dei buoi, aggiogati all?aratro, (Ro e Bunin o Bi) e del buvêr e della bunëla che li conducono. In buona parte, queste od analoghe voci sono o erano presenti in Francia, in Spagna e nell?Italia settentrionale, cioè in aree della Romània occidentale di cui la Romagna è l?estremo bastione sudorientale. La persistenza di tali voci nel dialetto romagnolo, più che a fenomeni di «marginalità linguistica», potrebbe attribuirsi all?intento di conservare la «specificità etnostorica» delle comunità romagnole.