
Marco Goldin
Un libro tutto raccolto attorno all’idea del “viaggio”, così come l’hanno espressa e vissuta alcune tra le figure più importanti della storia dell’arte europea e americana dell’Ottocento e del Novecento. Viaggio inteso come spostamento da un luogo a un altro, ma anche viaggio come esperienza interiore. Lungi dall’essere esclusivamente un discorso di analisi critica e pittorica, il libro, coerentemente con la ricchezza di rimandi culturali che l’argomento stesso evoca, abbraccia un contesto ampio, non solo pittorico ma anche letterario e filosofico. Gli artisti presentati sentirono l’esigenza di creare dialoghi fecondi con altre discipline artistiche, affiancando all’attività pittorica una nutrita produzione di lettere e di scritti critici sull’arte. È il caso di Van Gogh, che riuscì a coniugare all’interno della sua produzione questa duplice idea di viaggio, sia nei quadri, sia nelle lettere, che costituiscono uno degli epistolari più interessanti di fine Ottocento per l’acume e la ricchezza di riflessioni sulla cultura del suo tempo. Ma è il caso anche di altri pittori che, con i loro scritti, rendono evidente quanto fosse importante l’apertura a settori culturali e artistici contigui a quelli in cui operavano. È noto l’interesse per la musica di Kandinsky e la sua feconda amicizia con il compositore Thomas von Hartmann; l’amicizia di Nicolas de Stäel con il poeta René Char; l’ampio respiro critico contenuto negli scritti sull’arte di Rothko; la passione di Diebenkorn per la musica classica. Una lettura, dunque, che si offre come viaggio nel viaggio, costeggiando, alcuni dei momenti più alti dell’arte occidentale.