
Jean-Jacques Langendorf
1941. Animato da un freddo delirio di potenza, la testa ronzante delle parole di Saint-Just, Necaev e Lawrence dArabia, un giovane tedesco si addentra nel Kurdistan per guadagnare alla causa nazional-socialista le tribù curde. Finirà per conficcarsi in una inerte e subdola realtà orientale come «una biglia lanciata da una mano politica attraverso lo spazio e il tempo» e per scoprire il senso losco e desolato che viene costretta ad assumere, in un mondo che è ancora il nostro, linebriante «libertà dellavventuriero».