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Turchia. L'arte dai Selgiuchidi agli Ottomani. Ediz. illustrata

Giovanni Curatola

  • Genere: Arte
  • Listino: € 64.00
  • Collana: Illustrati. Arte mondo
  • Data Uscita: 01/10/2010
  • Pagine: 288
  • Lingua: Italiano
  • EAN: 9788816604339

Istanbul, proclamata capitale europea della cultura nel 2010, è anche uno dei luoghi dove l'arte turca è rappresentata con maggior grandiosità e bellezza. Un’arte che parte da lontano: nei primi secoli dopo il Mille popolazioni turche guidate dai sovrani Selgiuchidi si diffusero dagli estremi confini orientali all’Anatolia, sottraendo territori a Bisanzio. Insediatisi stabilmente, diedero vita a un'arte originale, assumendo l'uso della pietra e costruendo edifici con facciate e portali dalla ricchezza decorativa incomparabile, carica di echi tradizionali delle steppe e della passione islamica per calligrafia e motivi geometrici. Col passaggio del governo agli Ottomani e la conquista di Costantinopoli, l’asse politico e artistico si sposta verso il Mediterraneo: l'architettura bizantina fa da modello su cui si elabora un'architettura ottomana con fisionomia propria .Nel Cinquecento, consolidato l'impero multietnico e multiculturale dall'efficiente struttura amministrativa, sotto il governo di Solimano si apre la grande stagione di Sinan. Genio di grandezza comparabile a quella di Michelangelo (furono quasi contemporanei), crea un linguaggio architettonico rigoroso, capace di assorbire la tradizione mediterranea e la cultura asiatica. La moschea di Solimano a Istanbul, quella di Selim a Edirne e le moschee destinate alle più importanti città dell'impero sono capolavori ad un tempo mediterranei e universali. Sinan lasciò un segno indelebile nell'arte turca e islamica e fu riferimento inevitabile per tutti quanti vennero dopo. Anche l'arte decorativa di quei secoli esprime desiderio del bello, passione per il colore, rigore e ricerca dell'eleganza. Ancora nel Settecento gli Ottomani rielaborano gli influssi europei, e l'Art Nouveau, che segna l'arte della Capitale in pieno Ottocento, non è solo concessione a un movimento occidentale ma mostra una radice propria e originale: la capacità di ascoltare e riunire echi diversi, anche lontani, da Oriente e Occidente.