
E. Pontiggia
Questo volume, pubblicato in occasione della mostra alla Fondazione delle Stelline, raccoglie un’antologia di opere su carta di Renzo Ferrari, protagonista tra i maggiori dell’arte svizzera del secondo Novecento. Le prime che incontriamo sono del 1958, quando l’artista ha solo diciannove anni e inizia gli studi all’Accademia di Brera respirando, insieme alla familiare atmosfera lombarda, il clima della pittura di gesto e di materia. Le ultime opere giungono ai giorni nostri, sempre con inesauribile inventività e intensità. Il lavoro di Renzo Ferrari ci pone di fronte alla smorfia del presente e ci spinge a specchiarci (senza moralismo, ma anche senza sconti) nell’essenza drammatica e ridicola del nostro essere, nella fiera delle vanità della nostra cultura, nel teatro povero, anzi miserabile, della nostra civiltà. Ci spinge a riflettere sul nostro secolo, insomma, che è altrettanto superbo e sciocco di quello di Leopardi: l’unica differenza è che non c’è più Leopardi a ripetercelo. E tuttavia in queste carte di Ferrari, impastate di strazio e di risa, almeno lo veniamo a sapere.
Renzo Ferrari nasce l’8 febbraio 1939 a Cadro, presso Lugano, nel Canton Ticino. Trasferitosi a Milano frequenta il liceo artistico e l’Accademia di Belle arti di Brera. Nel 1974 gli viene conferito il Premio Feltrinelli per la pittura nell’ambito della XVIII Biennale regionale d’arte della Città di Milano e nel 2009 riceve il Premio Morlotti alla carriera.