
Roberto Galeotti
Il libro colloca la questione della percezione, in particolare visiva, all’intersezione di questioni teoriche (solo in minima parte riconducibili alla cosiddetta “filosofia della percezione”), psicologiche, fisiologiche ed infine estetiche. Quest’ultimo aspetto è probabilmente quello di maggiore originalità e interesse dell’opera. Oltre a questo, c’è il tentativo di stabilire una relazione tra la percezione come teoria (come l’Autore la definisce) e l’arte di ricerca. La questione dell’estetica come teoria “generale” della percezione non è nuova (si pensi al lavoro di G. Bohme e alla ripresa di questo da parte di T. Griffero), ma è nuovo l’approccio ad essa. Quei lavori, infatti, hanno il limite di omettere l’arte dalla loro discussione mancando quindi l’opportunità di tentare – se non altro – una definizione del loro oggetto.