
Elio Providenti
Mussolini lo definì «brutto carattere»; il figlio Stefano, a tre anni dalla morte, ne scriveva come di un «intoccabile» che «non capì mai i rapporti sociali, i doveri di convivenza, le convenienze». E sicuramente Luigi Pirandello non fu persona facile, travagliata nell’intimo e nel quotidiano da mille contraddizioni e difficoltà. Muovendosi con elegante rigore tra storia, letteratura e politica, questo volume ripercorre la parabola pirandelliana dalla giovanile fede repubblicana e radicale all’adesione al fascismo, avvenuta nel culmine della bufera seguita al delitto Matteotti. Proprio i rapporti di Pirandello con il regime, e con Mussolini in particolare, sono sempre stati un argomento scottante, evitato talora con imbarazzo. Providenti, invece, ricostruisce per la prima volta analiticamente e con ampiezza di documentazione questo aspetto della vicenda umana del drammaturgo, allo scopo di comprenderne meglio l’intera dinamica e di far luce su passaggi fondamentali quanto poco sondati della sua biografia.
Seguire Pirandello nelle sue vicissitudini e nei suoi tormenti esistenziali diviene allora il mezzo per rileggere un capitolo fondamentale della storia d’Italia, dalla conclusione del processo unitario al momento del massimo consenso al fascismo, che coincise con la morte dello scrittore.