
Carrà Aldo E.
Nei suoi ottant'anni di vita il PIL è servito a misurare la dinamica dell'economia di mercato e a promuovere e imporre quel modello di crescita a tutti i paesi. Oggi però nei paesi avanzati il PIL non cresce più e tutti riconoscono che tale modello non si può estendere al mondo. Il PIL, che ha influenzato ed influenza le scelte di organi e governi mondiali, e quindi la vita quotidiana di ogni singolo cittadino, è inoltre sempre più lontano dal costituire un buon misuratore del benessere. Ma come sostituire il PIL? Con un altro indicatore tuttofare? Con una batteria di indicatori? E se sì con quali? E poi, come si può fare questa scelta se non si definisce cos'è il benessere nella società di oggi? E ancora, si può far uscire il dibattito dalla cerchia degli addetti ai lavori facendovi partecipare anche i comuni cittadini? Non si tratta dunque soltanto di scegliere nuovi indicatori, ma di decidere quale modello di sviluppo si vuole per il futuro e, di conseguenza, come orientare e misurare questa mutazione. Il libro si cimenta con questo problema, anche esaminando le diverse sperimentazioni in corso nel mondo e concludendo sulla necessità di migliorare il calcolo del PIL come “indicatore della quantità e della qualità della produzione”, e di affiancare ad esso altri due macroindicatori, uno sulla «qualità ambientale» ed uno sulla «qualità sociale». Tutto viene esposto con un linguaggio semplice e scorrevole, con testi accessibili e snelli, con illustrazioni e vignette che rendono la lettura piacevole e divenente, ma sempre senza nulla togliere al rigore dell'analisi e delle proposte.