
Christian G. De Vito
La vicenda della parrocchia e della Comunità dell'Isolotto di Firenze, che nel volume viene ricostruita nel suo rapporto con il «mondo operaio», ha avuto un momento di straordinaria visibilità nel periodo 1968-1969, che l'ha fatta entrare di diritto nei testi sul «Sessantotto cattolico» e nella memoria collettiva di un'intera generazione. La scelta compiuta nel volume è però quella di ricostruire eventi e vicende dei protagonisti dell'intera esperienza della Comunità, indagando in modo sistematico sull'intreccio di relazioni sviluppatesi dal 1954 al 2010 fra Isolotto e mondo operaio, attraverso profondi cambiamenti che conducono da un'estraneità aspramente contrappositiva ad una reciproca e positiva contaminazione, fino a fare del loro rapporto - è questa la tesi dell'autore - lo snodo fondamentale per la definizione dell'identità della parrocchia/Comunità, peraltro volutamente in continuo divenire. Scorrono così in successione nelle pagine del libro i molteplici significati assunti nell'Isolotto lungo i decenni dall'idea di «comunità»: a quella missionaria ed ecumenica degli anni Cinquanta succedono prima la «Chiesa dei poveri» del periodo conciliare e del Sessantotto, e via via la comunità quartiere degli anni 1969- 72, la comunità di base degli anni successivi, fino alla comunità in ricerca di fronte alle trasformazioni indotte dalla globalizzazione economica e al rapporto con i nuovi movimenti sociali dei giorni nostri.