La bambina vestita di bianco

Chiara Boni nasce a Firenze da una famiglia conservatrice dell’alta borghesia che prova a indirizzarla a una vita ortodossa per una giovane degli anni Sessanta. Ma i venti rivoluzionari, culturali, sessuali, sociali, che investono il boom economico ammaliano Chiara, in partenza per la Londra delle minigonne, dei Beatles, degli Stones: qui la libertà di costumi diventa ispirazione per immaginare non solo un nuovo modo di creare moda, ma di viverla e comunicarla. Rientrata in Italia, nel ’71 apre una boutique di avanguardia a Firenze, «You Tarzan, me Jane», dove offre alle sue clienti una moda irriverente e giocosa. È solo la prima delle mille sperimentazioni creative che farà nei suoi oltre cinquant’anni di carriera, passando per locali dalle architetture surrealistiche ad attività imprenditoriali solide, ricoprendo ruoli importanti nel GFT (Gruppo finanziario tessile), aiutando ad accrescerlo all’estero, e incarichi politici – è stata assessore all’Immagine e alla Comunicazione per la Regione Toscana negli anni 2000. Da sempre aperta all’immaginazione, all’esplorazione, la firma delle sue creazioni è l’utilizzo di un tessuto particolare, stretch, che disegna abiti minimali e molto femminili, dallo stile inclusivo, pensato per ogni corpo, e destinato a riscuotere enorme successo soprattutto negli Stati Uniti. Ma il racconto delle molte imprese prestigiose si accompagna in questa autobiografia brillante, intelligente, come è lei, al racconto della sfera più intima – l’incontro con il primo marito, Vittorio Maschietto, la lunga relazione con Cesare Romiti, e il matrimonio con Angelo Rovati, scomparso nel 2013; la storia della sua famiglia; quella degli amici che l’hanno accompagnata nel tempo – stilisti, artisti, musicisti – contribuendo a comporre un ritratto complesso, indomito e vitale. Cura l’autobiografia Daniela Fedi, giornalista e critica di moda.