Jeans da morire

Per chi li indossa sono segno di giovinezza, reale o mentale. Se sono scoloriti e dall'aspetto consunto hanno un fascino in più. Per chi li produce sono diventati causa di malattia e di morte. In Turchia, uno dei principali produttori ed esportatori mondiali di jeans, quarantasei operai che lavoravano nelle fabbriche del settore sono morti dal 2005 a oggi con i polmoni distrutti dalla silicosi, per le polveri micidiali respirate nella lavorazione. I loro nomi restano sconosciuti e anche il numero di quarantasei indica soltanto i casi accertati. Erano per lo più lavoratori in nero e immigrati, avevano tutti meno di trent'anni e certamente indossavano anche loro quei jeans diventati oggetto di cult e di moda. Le storie delle loro famiglie sono vicende ignorate dai media, non fanno notizia, non bucano gli schermi e non aumentano l’audience. Una coltre di pesante omertà ha nascosto all' opinione pubblica le responsabilità di questa ennesima strage del lavoro. “Jeans da morire” la racconta con un'appassionante ma rigorosa ricostruzione di dati, fatti e responsabilità, rompendo il silenzio che avvolge questa vicenda. La cronaca e la denuncia si intrecciano con le analisi mediche, giuridiche e sociali. che fanno di questo libro uno strumento importante per chi è impegnato nelle battaglie per il lavoro dignitoso e sicuro e un'occasione di crescita culturale per tutti. Il volume propone anche la traduzione in lingua inglese dell'intero testo.