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VIELLA

Il tempo è un fanciullo che gioca. Figure del tempo in Eraclito e nei miti greci

Anna M. Storoni Piazza

  • Listino: € 18.00
  • Data Uscita: 30/01/2008
  • EAN: 9788883343025

Come pensavano il tempo i Greci di età arcaica, prima che Platone ed Aristotele ne formulassero una definizione?

Nei miti, il tempo della natura, ciclico e rassicurante, non era messo a confronto con quello umano, imprevedibile anche se inesorabilmente determinato. Il ritmo scandito dal sole non era sovrapponibile a quelle della vita umana, l’avvicendarsi delle stagioni non misurava la durata della stirpe.

Solo in età sapienziale (VII-V secolo a.C.) si cominciò a pensare il tempo in modo onnicomprensivo e si avvertì l’esigenza di misurarne il flusso. In quell'epoca, Eraclito tratteggiò una concezione del tempo assolutamente innovativa, capace di ribaltare le visione del mondo trasmessa dai miti. Pensò al tempo delle stagioni in analogia con quello interiore e vide nell’inesauribile creatività dell’anima umana lo specchio dell’infinita potenzialità della natura.

La concezione offerta da Eraclito, avversata dai filosofi di età classica e misconosciuta dalla scienza, trasmette ancora oggi, a chi legge con attenzione i frammenti rimasti della sua opera, un fiducioso messaggio di speranza nella capacità umana di vivere creativamente il tempo.