
Giuseppe Cristaldi
La veemente descrizione della vasta piaga petrolchimica nei territori italiani, la deriva degli operai e delle rispettive famiglie, le mutilazioni affettive connesse all’inalazione del cloruro di vinile monomero, i viaggi della speranza, l’ignominia, i pensieri notturni, i trepidi atti diurni, le emarginazioni, le vessazioni sugli operai alimentate da una ritrosia culturale, la natura ridotta a una carcassa di molosso. Questo il contenuto di un’opera filmica sperimentale sia a livello testuale che strutturale, costituita da un’orazione reggente, da intercalazioni documentaristiche e da provocazioni scenografiche. La caustica concezione di una denuncia radicata nei canoni dell’odierno teatro civico che rasenta i livelli del macabro per giungere nelle viscere delle coscienze