
Massimiliano Botti
I testi dedicati a una singola opera corrono il rischio di trasformarsi in un'elegia. C'è sempre qualcosa di epico nel processo di realizzazione di un progetto, che coinvolge numerose persone e innumerevoli accadimenti, superati i quali ci si guarda alle spalle e pare incredibile che ì disegni possano essere mutati in cemento, mattoni, legno.. Per scongiurare il pericolo di tracciare i contorni di una vicenda ammantata di nostalgia - causata questa anche dalla scomparsa in corso d'opera dell' attore principale -o di parlarsi addosso enumerando le virtù del processo di progettazione e restauro dell'ex Pretura, si è scelta la strada di un racconto in cui il progetto dell'architettura è una delle voci, non la sola, determinante certo ma non impegnata in un soliloquio. Cosa speriamo di aver ottenuto operando così: che sia manifesta la percezione di quante competenze, quanto lavoro, quanta volontà (anche da parte delle amministrazioni pubbliche) siano necessari per realizzare qualcosa. E per contro, quanto l'atto creativo sia una favola buona solo per replicare all'infinito il cliché dell'architetto-demiurgo.