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FAZI EDITORE

Il mare colore veleno. Indagine su uno dei più grandi disastri ambientali del paese

Fabio Lo Verso

  • Listino: € 18.00
  • Data Uscita: 30/05/2023
  • EAN: 9791259674609

Fotografie di Alberto Campi
Prefazione di Enrico Bellavia
Postfazione di Alessandro Bratti

“Il quadrilatero della morte”. Così è stato ribattezzato il tratto della costa siciliana tra Augusta e Siracusa – nel dopoguerra «il più bel posto della Sicilia» secondo lo scrittore Tomasi di Lampedusa – dove ha sede il più grande polo petrolchimico d’Italia, il secondo in Europa, un Moloch che produce il 37% del PIL della regione: tre impianti di raffinazione petrolifera, due stabilimenti chimici, tre centrali elettriche, un cementificio, due fabbriche di gas industriale e decine di aziende dell’indotto. In questi trenta chilometri di territorio dove fabbriche, cisterne e ciminiere si estendono a macchia d’olio sfigurando il paesaggio, ormai da mezzo secolo si consuma un disastro ambientale di proporzioni incalcolabili. Veleni industriali di ogni tipo – mercurio, piombo, idrocarburi, arsenico, benzene, biossido di zolfo e diossine – hanno contaminato il mare, la terra, l’aria e le falde acquifere, e sono entrati nelle case per mietere vittime, tra caduti sul lavoro, morti per tumore e malformazioni congenite nei neonati. Una tragedia colossale e silenziosa che assume le tinte dell’assurdo, allorché si scontra con l’immobilismo e la corruttela delle istituzioni, con bonifiche abortite e indagini insabbiate e con il cosiddetto “ricatto occupazionale”, che porta taluni ad affermare che sia «meglio morire di cancro che di fame». Il mare colore veleno è un lucido e appassionante reportage dai quattro comuni dello sciagurato quadrilatero: dalla città di Augusta al borgo di Melilli, da quello di Priolo Gargallo al capoluogo Siracusa. Qui dove il miraggio industriale si è dissolto in una lunga agonia sanitaria, economica e sociale, Fabio Lo Verso ha raccolto le testimonianze di attivisti, ex operai, sindaci, politici, procuratori, esponenti della comunità scientifica e difensori dell’industria, ma anche gente comune, famiglie colpite da gravissimi lutti, i cui sentimenti oscillano tra rabbia, paura e rassegnazione.