
Franco Ingenito
La vicenda degli Imi (Internati Militari Italiani), i soldati che dopo l’8 settembre furono deportati dal fronte di guerra nei lager tedeschi del Terzo Reich, è stata per tanto tempo dimenticata e ha avuto solo negli ultimi anni un effettivo riconoscimento storiografico e finalmente l’attenzione è stata rivolta anche verso “l’altra resistenza”, condotta da giovani soldati che opposero un deciso rifiuto alle richieste di tornare in Italia per combattere con la Repubblica Sociale, preferendo la prigionia e il lavoro forzato. Un ruolo importante per dare luce a queste vicende è stato offerto dalla memorialistica riguardante la deportazione e la prigionia, lasciataci dagli ex internati, che nei loro diari, superando finalmente un riserbo a lungo celato, ci hanno raccontato come riuscirono a sopravvivere alle privazioni e alle sofferenze materiali e morali. Un evento bellico, unico ed importante, non fosse altro per il numero dei coinvolti, oltre 650.000, che l’hanno vissuto, e ancora più, sofferto e pagato. Ed è per questo che va ancora di più apprezzato che Franco Ingenito, giovanissimo soldato di Napoli (1923) che all’età di 20 anni fu catturato ad Atene l’8 settembre 1943, e deportato in vari lager tedeschi, da Wietzendorf a Schneverdingen, abbia finalmenmte deciso di pubblicare i suoi ricordi.