
Paolo Lopane
Alla metà del XII secolo, una Chiesa dilaniata dallo scisma d’Oriente vide profilarsi una nuova e minacciosa insidia alla propria coesione interna: il Catarismo, la grande eresia venuta dall’Est. Eredi di una prospettiva gnostica ferocemente avversata già dai primi imperatori cristiani, i Catari, combattuti “con il ferro e con il fuoco”, professavano dottrine eterodosse che minavano alle fondamenta il potere di Roma. “Bugri”, furono definiti con disprezzo nelle Gallie; “Bulgari”, per le loro tenaci radici balcaniche. Ma la parola “Catari” significava “puri”, e non vi sarebbe stata, forse, denominazione più adatta a caratterizzare un movimento spirituale che dell’assoluto rigore morale faceva la propria bandiera. Il presente saggio ricompone in un grande, suggestivo affresco, luci e ombre dell’appassionante epopea di questo movimento.