
Roberto Macellari
Centocinquanta anni di scavi, ricerche e studi sulla presenza di popolazioni preromane nel territorio reggiano hanno fatto emergere il quadro di una realtà composita sul piano etnico e culturale, nella quale gli Etruschi detenevano le leve del potere politico ed economico ed erano depositari della cultura scritta, ma in un rapporto di volta in volta conflittuale o di convivenza con altri popoli, Liguri e Celti in primo luogo, ma forse anche Umbri. Promosso dalla Fondazione Manodori di Reggio Emilia e introdotto dalla presentazione della complessa realtà etnica e culturale dell’Italia settentrionale nel primo millennio a.C., il volume propone un itinerario storico che indaga il Reggiano dalla fase pionieristica delle prime frequentazioni (VIII sec. a. C.), all’età dei principi (VII sec. a.C.), testimoniata dalle due colonnette istoriate e iscritte di Rubiera, al fiorire di villaggi con i relativi sepolcreti, caratterizzati da vivaci produzioni artigianali (VI sec. a.C.), al momento di massimo sviluppo, nel quale emerge l’abitato di tipo urbano di Servirola con il suo santuario e i suoi dei (V sec. a.C.), per concludere con l’età nel naufragio dell’Etruria padana, nella quale profughi etruschi convivono con i Galli invasori e i Liguri, signori delle montagne (IV sec. a.C.). Un’attenzione particolare viene dedicata agli aspetti religiosi e alle testimonianze di cultura scritta, che fanno del Reggiano uno dei territori più “letterati” dell’Emilia etrusca.