
Livio Pepino, Edmondo Bruti Liberati
La lentezza della giustizia è un problema non solo italiano. Ma nel nostro paese l'intero sistema giustizia è largamente insoddisfacente. Normative inadeguate, scarsità di risorse, disfunzioni organizzative, ritardi nell'informatizzazione, personale amministrativo male utilizzato e distribuito, insufficiente attenzione dei magistrati alla funzionalità del servizio. In questo quadro si inseriscono i referendum per la «giustizia giusta». Lo slogan è seducente, ma non basta ad assicurare la congruità dello strumento con i fini dichiarati. Anzi, il rischio è una riduzione del controllo di legalità. Per ciascuno dei tre referendum ammessi dalla Corte Costituzionale (separazione delle carriere, abolizione degli incarichi extragiudiziari e modifica del sistema elettorale del Csm) il volume si propone di offrire la documentazione essenziale e una sintetica analisi degli effetti dell'eventuale successo referendario. Di là dalle valutazioni sui singoli quesiti, si pone anzitutto una questione di corretta esplicazione dei contenuti dei referendum: l'utilizzo dello strumento della democrazia diretta su temi ad alto tasso di tecnicismo richiede un'informazione puntuale e non ristretta agli addetti ai lavori; altrimenti è vicina la deriva verso un plebiscito pro o contro i magistrati.