
Paola Nasti
La tradizione medievale legata a Salomone, personaggio biblico e scriba Dei, è uno dei tesori più preziosi della cultura giudaico-cristiana. Un tesoro che raccoglie il meglio del pensiero e della riflessione religiosa, politica, escatologica, ecclesiologica, epistemologica e mistica dell’evo medio. Come gli intellettuali, i poeti e i teologi del suo tempo, Dante intrattenne un dialogo assiduo, seppur non sempre palese, con questa tradizione che fu scritta, orale e visiva. Le dinamiche, gli episodi e le implicazioni culturali e letterarie di questo dialogo sono investigati e discussi in questo volume che raccoglie studi sull’intertestualità salomonica nella Vita Nova, nel Convivio, nelle Epistole politiche e nel Paradiso. Ne emerge un quadro complesso in cui l’imitatio Bibliae praticata dall’Alighieri è innanzitutto un tirocinio poetico che, all’ombra della tradizione salomonica, si realizza tutto attorno alle infinite potenzialità espressive e ideologiche tanto della scrittura filosofica e sapienziale di Salomone commentato dai lettori di Aristotele quanto della metafora erotica, la favola d’amore del Cantico ideato da Salomone e arricchito dai suoi commentari mistici e mariani. Una favola sacra, una poesia divina, filosofica, teologica e spirituale che si rivela via regia alla conoscenza, alla salvezza, a Dio e all’alloro poetico.