
Vincenzo Moretti, Luca Moretti
Cosa ci fanno assieme Ryoji Noyori, Premio Nobel per la chimica, e zia Concetta; Piero Carninci,lo scienzato che ha messo in discussione il dogma del DNA, e don Peppe detto Testolina; AkiraTonomura, l’uomo che ha inventato il microscopio da 1 milione di volts, e Pippone; Franco Nori,il genio che farà arrivare nelle nostre case il computer intelligente, e Gennaro detto Topolino?La risposta sta in Enakapata (espressione nippo-vesuviana per «è una testata, è qualcosa che colpisce»), un diario stranissimo che comincia a Secondigliano e si conclude a Tokyo, che è anche e soprattutto il resoconto di un viaggio nel quale gli autori, padre e figlio, si occupano di ricerca scientifica là dove si concentrano i «cervelli» del pianeta, di luoghi e volti della capitale giapponese appena incontrata e dei suoi paesaggi metropolitani stupefacenti, di serendipity e di shinsetsu (ospitalità), in un alternarsi e incrociarsi di voci generazionalmente lontane ma intimamente accordate, e inoltre di periferia napoletana, in un confronto paradossale. Ne viene fuori un libro sorprendentemente vitale, fisico, che prende i sensi, capace di raccontare in contemporanea gli amici di Napoli – coi quali non si interrompe mai la comunicazione via Internet –, l’organizzazione della scienza in Giappone, e poi lo shodo, lo washi e il ramen, cose complesse antiche e nuove, con una lingua prensile che con leggerezza, in maniera accattivante, divertente, a tratti persino commovente, coinvolge il lettore e lo porta lontano, in un mondo per noi sconosciuto e affascinante che rappresenta forse il nostro futuro e il perpetuo divenire del mondo che viviamo.