Don Chisciotte e le macchine

Tra i più grandi romanzieri del Novecento, Paolo Volponi (Urbino 1924-Ancona 1994) ha raccontato nei suoi libri, da Memoriale ('62) a Le mosche del capitale ('89), i grandi temi connessi alla trasformazione di un paese passato in pochi anni dalla civiltà rurale e artigianale a quella industriale e neocapitalista: Ivrea, la città di Adriano Olivetti, e Urbino, la città ideale dell'Umanesimo, sono i poli del suo immaginario incandescente, tradotto negli impasti di una scrittura massimalista, ma nello stesso tempo i fondali di storie dove la ricerca di un senso nell'esistere individuale si coniuga agli assetti di una condizione collettiva. Disse una volta il suo amico- maestro Pier Paolo Pasolini che i romanzi di Volponi raccontano sempre la storia di un Don Chisciotte utopista, tenero e dinamitardo, alle prese con un mondo che non lo riconosce e che cambia troppo in fretta intorno a lui. Don Chisciotte e le macchine. Scritti su Paolo Volponi si intitola appunto il libro di Massimo Raffaeli che riunisce organicamente, alla maniera di un ritratto, saggi e interventi stesi nel corso di un ventennio: un volume tanto più utile anche perché si tratta dell'unica guida alla lettura di Volponi oggi disponibile sul mercato