
Mario Bolognesi
Ciò che colpisce il lettore in questi versi di Bolognesi (in parte scritti in dialetto romagnolo, in parte in italiano) è la cifra visiva e visionaria, insieme al passo dinamico e inquieto nei territori letterari e umani. Il titolo stesso di questo volume, nel quale viene ripubblicata la raccolta del 1973 con l’aggiunta però di alcuni testi inediti, evidenzia da subito un tratto incisivo dell’autore: il suo guardare vigile (e ferito) alla realtà e all’esistenza. La direzione, del resto, che qui il poeta in vari modi segue nel suo contesto è quella di rinnovare senza estremismi il linguaggio poetico e la tradizione, in una chiave lirico-civile, personale e antropologica insieme. Il tutto espresso con un’intensità allusiva che, fondendo elementi di vita quotidiana e grandi temi, illumina una fase storica davvero delicata: la crisi della civiltà contadina e il trionfo della società moderna, consumistica e distratta.