Dialoghi metafisici

I Dialoghi metafisici di H. Conrad-Martius costituiscono un mirabile tentativo di descrizione fenomenologica delle varie regioni dell'essere che trasforma la descrizione fenomenologica stessa non solo, direttamente, in un'ontologia, ma anche in un'ontologia fenomenologica che potremmo definire "topologica": una specie di "ecologia" degli enti, in cui ognuno di essi ottiene il suo luogo e posto di elezione. Il punto di partenza di questi Dialoghi Metafisici è l'analisi delle differenze "sostanziali" tra piante e animali, analisi che conduce all'idea che "non ci sono in natura tipi assolutamente definibili" e, attraverso questa, alla conclusione che i "confini d'essere" scolastici debbano essere di necessità annientati. I dialoghi che seguono riguardano l'anima e gli "esseri personali", l'uomo e la relazione tra essenza ed esistenza: qui il vivente è distinto dagli esseri materiali perché ha un "centro" del suo essere, l'anima, e questo termine si conserva per l'anima personale che si manifesta solo all'interno della totalità umana formata nell'io; qualora in una sostanza compaia questo principio unificante come un "centro" proprio dentro di essa, si può, anzi si deve parlare di un principio che è anima o è animante. L'ultimo lungo dialogo è dedicato all'evoluzione, all'essenza dell'uomo e alla divinità.