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Melmoth l’errante

Charles Robert Maturin

«Un enorme passo nell’evoluzione del racconto d’orrore» dove «la paura viene tolta dal reame del convenzionale». Con queste parole H.P. Lovecraft definisce Melmoth l’errante del reverendo Charles Robert Maturin nel suo saggio Supernatural Horror in Literature, a quasi cento anni dalla pubblicazione del romanzo.

È indubbio che, come Frankenstein di Mary Shelley (1818) e Il vampiro di Polidori (1819), Melmoth l’errante abbia influenzato profondamente non solo la letteratura horror successiva, ma tutto il genere fantastico, infiammando l’immaginazione di grandi autori.

Balzac, che ne scrisse persino un seguitoconsiderava il romanzo di Maturin uno dei grandi capolavori della letteratura europea moderna, pari al Don Giovanni di Molière, il Faust di Goethe e il Manfred di Lord Byron.

Scritto nel 1920 e ispirato da un sermone dello stesso Maturin, il romanzo racconta la faustiana storia di un uomo che vende la propria anima al diavolo in cambio di un prolungamento della vita di 150 anni. Tuttavia, come nel mito dell’ebreo erranteJohn Melmoth sarà costretto a vagare sulla terra senza riposo, in cerca di qualcuno disposto ad accettare lo stesso patto, per liberasene e poter aver indietro la sua anima prima di morire.

La prefazione di questa nuova edizione pubblicata da Beat Edizioni è firmata da Sarah Perry, autrice di La maledizione di Melmoth (Neri Pozza), in cui la scrittrice britannica si è lasciata ispirare dal classico di Maturin per rielaborare una nuova figura femminile di “mostro” gotico.